Due anni dopo la "scoperta" della prova dell'esistenza dell'aldilà, che ha provocato milioni di suicidi, il figliol prodigo dello scienziato scopritore torna a casa... Fantascienza cerebrale plumbea che mette sul piatto temi pesantissimi e poi riduce tutto alle solite questioni familiar/sentimentali con un abbozzo thriller che non riesce a catturare. Di fronte a Redford babbo-mummia, ai suoi seguaci in tutine colorate e alla Mara platinata depressa, il mogio Segel è sempre più perplesso e noi pure: film schiacciato dalle proprie ambizioni.
MEMORABILE: I contatori disseminati dappertutto (pure sul traghetto) che tengono conto del numero di suicidi
Spunto interessante e inizio promettente, ma con uno sviluppo fiacco, soprattutto nel ritmo, davvero lento e soporifero. Inoltre la sceneggiatura offre poco su cui riflettere, andando avanti tra dialoghi banali e il classico rapporto padre/figlio disastrato da recuperare. Solo verso la fine ci si risveglia, con un paio di colpi di scena gradevoli. Segel non male, Redford dispiace dirlo sembra essere arrivato alla fine della sua gloriosa carriera. Così così.
Lo spinosissimo tema del dopo morte affrontato in una produzione originale Netflix che mostra grandi ambizioni ma si rivela francamente deludente. Inizia come una riflessione esistenzial filosofica sul fine vita e sugli interrogativi morali della ricerca scientifica e delle talora drammatiche conseguenze. La storia esita poi in un blando thriller coniugato ad una love story dagli esiti sterili come la sceneggiatura del film. Cast illustre ma sprecato. Ambizioso ma mediocre.
L'idea in sé non è male: si indaga con spirito sci-fi lo spazio del dopo morte alla ricerca di un nirvana di qualche genere o quanto meno una catarsi. Tuttavia è tutto l'impianto a fare acqua e a puzzare, per così dire, di Netflix, ossia di quello stile narrativo secondo il quale qualcosa nel disegno armonico dell'opera viene in qualche modo a stonare, un vizio a cui il network ci ha ormai abituato. Rooney Mara rimane di una bellezza assai interessante, ma Segel e Redford mancano di grinta.
L'idea iniziale è intrigante e anche il plot twist finale è azzeccato, purtroppo quello che c'è nel mezzo molto meno. Le ambizioni della sceneggiatura (esiste un'anima? Dove va una volta morti?) sono troppo alte per poi essere ricondotte a beghe familiari e sensi di colpa per il suicidio di una moglie. Redford è piuttosto anonimo, Plemons invece - che sarebbe il migliore del lotto - viene sfruttato male. La messa in scena è essenziale, anche se l'enorme villa ha un suo indubbio fascino. Si lascia guardare ma non convince.
Film che punta sul mistery giocando sul montaggio di inserti discordanti per poi dargli una quadratura nel finale; un Jason Segel monoespressivo sul perenne schifato-pensieroso, un Robert Redford anonimo e una sempre brava Mara Rooney si muovono su diversi piani, andando a costruire più un sentimentale che non un thriller psicologico, che però per fortuna viene alla fine fuori. Non credibile l'assunto di base, ovvero quello che porterebbe la gente a suicidarsi per affrettare l'accesso al probabile aldilà. Nel complesso scialbo, ma emozionale.
Pellicola targata Netflix. Molteplici suicidi si verificano dopo che uno scienziato prova l'esistenza dell'aldilà. Bella storia, interessante e si può sorvolare sul difetto dei ritmi non altissimi. Si rasenta a tratti il poetico. Regia di Charlie McDowell (qui anche co-sceneggiatore) efficace, così come la fotografia. Discreto il cast. Così così la colonna sonora.
Record di suicidi da quando è stata scoperta la vita oltre la morte. Uno scienziato ha dimostrato che si ricomincia subito e il figlio (protagonista del film) nonostante rimanga scettico sta per tornare a casa per un confronto. Una serie di intrecci e suggestioni rende il film accattivante. Specie perché mescola scienza, teologia, etica e fantasia. Il finale, seppur poco comprensibile ai più, è davvero altissimo. Consigliatissimo per chi ha voglia di viaggiare nel mondo delle ipotesi. Specie per gli amanti del sci-fi.
MEMORABILE: Il finale.
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DiscussioneDaniela • 4/04/17 01:39 Gran Burattinaio - 5946 interventi
Galbo, è una produzione Netflix, per cui probabilmente ti capiterà di vederlo. A me ha convinto poco, ma sono curiosa di leggere il tuo parere, nel caso fammi un fischio.
Daniela ebbe a dire: Galbo, è una produzione Netflix, per cui probabilmente ti capiterà di vederlo. A me ha convinto poco, ma sono curiosa di leggere il tuo parere, nel caso fammi un fischio.