La musica del cuore - Film (1999)

La musica del cuore
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Music of the heart
Anno: 1999
Genere: drammatico (colore)
Regia: Wes Craven

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La storia vera di Roberta Guaspari-Tzavaras (nel film diventa Roberta Demetra), insegnante di violino a East Harlem capace di coinvolgere nelle sue lezioni ragazzini solitamente indisciplinati. Un film edificante, ridondante di buonismo, costruito come i mille altri in cui la brava maestrina, col suo piglio deciso, sa farsi valere e amare. Per fortuna la scelta di una grande attrice come Meryl Streep permette di evitare gli eccessi sdolcinati donando all'opera una dignità che altrimenti non sarebbe stata raggiunta. Le velleità mainstream di Wes Craven, regista da sempre votato all’horror (suoi NIGHTMARE...Leggi tutto, SCREAM…) si schiantano contro il muro della banalità e della messa in scena didascalica, anonima, che la durata eccessiva di due ore nette evidenzia impietosamente. Le classi che si susseguono con il passare del tempo (c'è un’ellisse di ben dieci anni, verso la metà del film) sembrano comportarsi sempre allo stesso modo. Così come capita inevitabilmente alla protagonista, le cui traversie familiari (separata con due figli) non sono sufficienti a movimentare un film ingessato i cui rari passaggi ironici si confondono nella mediocrità. Con la presenza di violinisti illustri che si esibiscono nel finale trionfante alla Carnegie Hall, la partecipazione di starlette come la cantante Gloria Estefan, la bravura di Angela Bassett (la direttrice dell'Istituto), è solo la Streep a presenziare in lungo e in largo imprimendo il suo marchio forte di un'opera per altri versi dimenticabilissima. Corretta, non spregevole, ma piuttosto noiosa.

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Galbo 21/01/09 05:43 - 12393 commenti

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Soggetto assolutamente insolito per un maestro dell'horror come Craven. L'autore di Scream dirige una storia edificante e di riscatto sociale e morale, chiamando ad intepretarla una delle più grandi attrici americane di tutti i tempi. In effetti la presenza della Streep è la cosa migliore di tutto il film che, se pur ben realizzato, ha il torto della prevedibilità e anche di una certa ruffianeria, quasi che calcoli il punto esatto in cui lo spettatore verserà l'inevitabile lacrima.

Daniela 19/01/09 14:33 - 12662 commenti

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Sbaglierei a dire che è brutto, più che altro se lo facessi mi sentirei una carogna senza cuore... però è prevedibile, cariogeno per eccesso di buoni sentimenti, talmente edificante da far venire il latte ai ginocchi e poi lungo, tanto lungo. Meryl Streep è brava, ma quel tipo di bravura che non ti fa mai dimenticare che stai guardando una grande attrice all'opera. Degli allievi, nessun volto si imprime in particolare nella memoria. Resta la musica, per chi l'apprezza.

Furetto60 7/11/14 09:07 - 1194 commenti

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Non è l'unico film del genere "riscatto di insegnanti e alunni in una scuola difficile", ma uno dei primi. Si trovano quindi alcuni stereotipi piuttosto prevedibili, dall'insegnante di ruolo incapace e invidioso alla preside inizialmente ostile; dal difficile approccio con i genitori alla stima degli allievi, però pare sia tratto da una storia realmente accaduta e allora è bene parlarne. Si regge quasi tutto sulla Streep, la cui arte è sempre piacevole ammirare.

Minitina80 10/01/17 15:52 - 2984 commenti

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Craven abbandona momentaneamente il genere che lo ha reso famoso dedicandosi al drammatico e ottenendo risultati soddisfacenti. Il film è tratto da una storia vera e malgrado il rischio fosse presente, evita pericolosi scivoloni nel melenso e nell’eccessivo buonismo. Meryl Streep giganteggia e regge sulle proprie spalle una fetta importante dela pellicola non permettendo a chi gli sta intorno di emergere più di tanto. Forse troppe due ore, ma nel complesso non è male, anche se non raggiunge picchi elevatissimi.

Enzus79 1/02/21 12:35 - 2896 commenti

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Classico film in cui si vuol dimostrare come le buone intenzioni e i buoni propositi possano superare ogni sorta di ostacolo. Vi troviamo tutti gli stereotipi e i cliché che ci si aspetta da questo tipo di trame. La durata di due ore si fa abbastanza sentire e alcuni momenti sono alquanto superflui. Meryl Streep brava come sempre: si apprezza ancor di più in versione originale.

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  • Discussione Raremirko • 13/08/18 21:16
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Discreto e principalmente sorretto (molto) dalla Streep e (un pò) dalla Bassett.


    Lungo ma non propriamente noioso, ben confezionato, buono ed edificante, rappresenta un valido esordio per il compianto Craven (che richiamerà, credo, il qui presente Culkin in Scream 4) in un film non horror.



    Furetto, sul genere prof che si riscattano Pensieri pericolosi, ad esempio, uscì 4 anni prima di codesto movie.