Un uomo si reca in un piccolo paesino tedesco per indagare sulla sorte del padre che dovrebbe essere morto in circostanze misteriose. Bel thriller che sa coinvolgere nel suo clima di mistero sin dai primi minuti, mantenendo bene la tensione fino allo scioglimento finale che, pur lontano dall'essere mirabolante, risulta pienamente soddisfacente. Buona anche la capacità di creare un clima complottista. Semplice e lineare come i film di una volta. Buono.
Bel thriller inglese di ambientazione teutonica, incuriosisce fin da subito lo spettatore mettendo il protagonista al centro di un'oscura vicenda, intricata ma non cervellotica, che oscilla tra complotti ereditari e intrighi spionistici, e in cui tutti sembrano intenzionati a occultare la verità (polizia compresa). Ritmo efficace, colpi di scena ben dosati e uno scioglimento finale che non farà gridare al miracolo ma non accusa neppure falle logiche. Buon cast in cui, manco a dirlo, spiccano la determinazione di Baker e l'ambiguità di Cushing.
MEMORABILE: L'inizio; Al campo profughi; Il finale.
A partire dal presupposto sull'identità e sulla data della morte di un signore tedesco - che oscilla di ben venti anni - un thriller che per dare senso alle indagini e agli avvenimenti deve ricorrere a una serie di espedienti (dal complottismo alla truffa assicurativa fino addirittura allo scambio di persona) per approdare a una vicenda spionistica; ne viene fuori un'ingarbugliata rete tirata per le lunghe che fa perdere quasi subito qualsiasi interesse o empatia per il protagonista alla ricerca della verità. Un cast importante (Baker e Cushing) ma ingessato dal plot farraginoso.
Film dalla tessitura pulita che srotola i suoi enigmi in modo lineare, costante e perfettamente leggibile. Che t'invoglia costantemente a sfogliare una pagina in più per andare a scoprire cosa accadrà poco più in là; anche se i continui “Ta-da!” pianistici per sottolineare ogni disvelamento di carte appaiono un po’ kitsch. Seppur privo di particolari trovate, sia visive che d'intreccio, ha comunque un sapore hitchcockiano, a partire dal titolo e dai timpani d’apertura che fanno molto Royal Albert Hall. Una sorta di Hitchcock cardato e normalizzato, ma comunque piacevole.
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