L'ultimo piano - Film (2019)

Ex bassista punk, agorafobico, alle prese con le ferite di un passato traumatico: una giovane madre lavoratrice che si rapporta con insofferenza al piccolo figlio; un rider rimasto improvvisamente senza lavoro a seguito di un brutto incidente; una giovane universitaria ucraina schiacciata dall'obbligo morale di non deludere il padre. Curioso esperimento di film corale, scritto da giovani per i giovani, che mostra buone (per quanto ancora acerbe) intuizioni narrative: cast di medio livello (bravi Acquaroli e Anniballi). Vale la visione.

All'ultimo piano di un edificio nella periferia romana un uomo affitta stanze a giovani e ai loro problemi di esistenza quotidiana. Lui è un vecchio leone ferito che si rifugia nel passato (e nell'alcol), gli altri racchiudono dentro di sé storie di sconfitte e di speranze. Il tutto raccontato con piglio verista, senza edulcorazioni di nessun tipo. Bravi gli attori, perlopiù sconosciuti, nella cui parlata romanesca (e non solo) è potente l'intento espressivo e rappresentativo.

Film brutto e sconclusionato: non basta riunire un gruppo di poveracci e un ex cantante frustrato per dare compattezza a storie di vita comune invero per nulla appassionanti (parecchie le sequenze inutili che vedono Liberati girare per la città per guadagnarsi da vivere), oltre che tutto sommato banali e buoniste (il bimbo incompreso che prevedibilmente fugge nella parte finale, la giovane e bella ragazza straniera che si ammazza di studio per avere un domani migliore). Riguardo al cast, si elevano al di sopra della modestia soltanto Acquaroli e Anniballi.

Tecnicamente non sarebbe neanche male: cinepresa che si muove con personalità, ambientazioni e fotografia che si parlano con efficacia. Come contenuto siamo invece deficitari: tutto gira intorno al cupo bassista che deve risolvere il suo passato e a una serie di giovani alle prese con esistenze complicate ma non drammatiche. Il tasso di credibilità non entusiasma, la voglia di approfondire si vede poco e non sono certo le varie situazioni, innocentemente sballate, vissute dai protgonisti a creare empatia, né tantomeno passione.