De Felice elabora la commedia "Madre natura" di Birabeu trasformandola in un dramma a tinte forti (forse anche troppo, per l'epoca). Il film parla di due quindicenni che scoprono l'amore e si trovano catapultati in una vicenda più grande di loro, con una sceneggiatura che riesce ad azzeccare con la stessa efficacia momenti melò e parentesi leggere. A dire la verità le parti comiche sono più gustose, con un Fabrizi in stato di grazia che possiede tutti i mezzi toni dal comico al drammatico e li sfodera con la naturalezza dei grandi. Buone prove anche di Vlady, Bruno e Braccini. Bello!
MEMORABILE: La partita a poker nell'osteria; Le grotte di Castellana; Le espressioni facciali di Fabrizi; La positività che trasmettono i due giovani innamorati.
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Simpatica autocitazione di Aldo Fabrizi (in stato di arresto per truffa) che nel dialogo con Gravey dice:
"Regazzino so io, che alla mia età ancora sto a giocà a guardie e ladri... Solo che stavolta 'e guardie so vere!"
L'attore romano si riferisce naturalmente al celebre Guardie e ladri girato due anni prima con Totò, dove il suo ruolo era invertito e lui faceva, appunto, la guardia.