Prendendo in prestito furbescamente il titolo del best seller di Michela Murgia (con cui il film non ha niente da spartire), la storia narra di un accabadora (figura del folklore sardo, donna incaricata di dare l'eutanasia) che prova a lasciarsi il passato da praticante alle spalle. Una fotografia meravigliosa, una discreta recitazione e una buona ricostruzione di una Cagliari bombardata dalla guerra sono le note di merito di questa pellicola impegnata e impegnativa. Il ritmo troppo lento e la mancanza di punti chiave incisivi nella trama lo rendono talvolta snervante.
Il tentativo di proporre una figura tipica dell'antica tradizione sarda era sulla carta un'idea accattivante, anche vista la specificità dell'argomento. Le cose migliori vengono rappresentate dalla recitazione convincente di Donatella Finocchiaro e dalla riproduzione del contesto storico. Purtroppo la trama è confusa e lenta con il risultato che lo spettatore rischia di perdere il filo tra immagini reali e immaginate. Qualcosa di più semplice e meno spirituale avrebbe giovato all'intera pellicola.
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