Killer tomatoes eat France! - Film (1992)

Killer tomatoes eat France!
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Killer Tomatoes Eat France!
Anno: 1992
Genere: comico (colore)
Note: Terzo sequel di "Attack Of The Killer Tomatoes".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quarta avventura per i pomodori assassini, di fatto ormai ridotti a tre pupazzi animati (cioè con bocche, occhi e braccini) e un quarto che li contrasta, il solito F.T. (Fuzzy Tomato, il peluche rosso da sempre a fianco dei buoni). La storia si apre con i tre ortaggi malvagi che fanno evadere il professor Gangreen (Astin) spingendolo a salire sulla loro mongolfiera per riportarlo a capo delle "invisibili" legioni di pomodori assassini. Invisibili perché si vedono ormai sempre meno, carne da macello per i soliti effetti “splatter” accessori. A contrastare il professore e la sua inveterata ossessione di conquistare il mondo ci sono questa volta Michael J. Fox (Price), giovane americano in visita...Leggi tutto in Francia (dov'è ambientata l'intera vicenda "tranne nelle scene girate da qualche altra parte", come dicono i titoli di testa) e la splendida Marie (Visser), francese purosangue che parla l'inglese con forte inflessione transalpina come tutti i suoi connazionali. Convinta di essere una bruttona al contrario di sua sorella (l'ideale di donna locale è grassa, come nei dipinti impressionisti), è una fan di F.T. e corre a vederlo in concerto al Louvre (!), dove questi si esibisce cantando brani improntati all'amore tra le diverse razze. Ma è proprio qui che irrompono i tre pomodori cattivi prendendo possesso del palco e improvvisando un feroce pezzo rock per far capire le loro intenzioni. Sequestrato F.T. e portatolo al castello di Igor (Lundquist, storico braccio destro imbecille del mad doctor John Astin), verrà segregato assieme alla bella Marie nella "Torre dei 900 scalini" in attesa, naturalmente, che Michael (il J. Fox l'ha aggiunto per fingersi un grande attore di cinema americano agli occhi di lei) salga a salvarla. C'è di mezzo pure una profezia letta su un antico libro nei sotterranei del castello: se si verificheranno i quattro singolari eventi lì descritti la Francia tornerà ad avere un re e a splendere come un tempo. Non parrebbe così favolosa come prospettiva, ma Marie a sentirla s'illumina. D'altra parte il film procede volutamente per stereotipi e i francesi son rappresentati come dei sempliciotti tutti amore e baguette, combattuti - durante una vera e propria guerra condotta dai pomodori - sparando barattoli di mostarda dai cannoni! Nella prima parte, complice la consueta anima ultrademenziale del progetto, qualche risata la si fa e lo spirito della saga pare quasi intatto. Poi però, dalla metà in poi, il film va all'ammasso e si trasforma in un action fuori luogo, sgangherato e fracassone, che dopo un po' rischia di sfinire anche i più strenui difensori del genere. Lundquist in un doppio ruolo rafforza la componente più ingenua e le idee si riducono minuto dopo minuto (anche se il pomodoro termonucleare creato in laboratorio da Gangreen non è niente male). De Bello mostra ancora di seguire l'esempio ZAZ con discreta inventiva ma si lascia trasportare da questa sorta di favola demenziale in cui l'unica vera novità sta nello spostamento dell'azione in Francia (con un po' di Torre Eiffel e un inseguimento in auto intorno all'Arc de Triomphe tanto per gradire). Le poche scene con protagonisti pomodori "non alterati" (la ghigliottinata iniziale, i pomodori lanciati addosso al nemico ora come bombe ora come proiettili) fanno pensare con nostalgia al primo capitolo, ma ormai il gioco è duranto anche troppo. Ah, a proposito: nei titoli di coda si specifica che per fare il film "nessun pomodoro è stato maltrattato (tranne quelli che se lo meritavano)"!

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/03/17 DAL DAVINOTTI
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Siska80 28/06/22 21:08 - 3805 commenti

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Questa volta l'assurda ma originale idea dei pomodori assassini si fonde con gli abusatissimi mix temporali (un redivivo professor Mortimer aspira a una seconda Rivoluzione Francese, ma Luigi XVII in persona non ci sta); ciononostante, non superando il film la soglia della mediocrità, qualche sorriso riesce a strapparlo per merito dell'umorismo surreale tipicamente americano e della consolidata bravura di Astin (qui senza i baffetti che nel capitolo precedente erano un chiaro riferimento al personaggio di Gomez Addams). Conclusione comunque insoddisfacente di una saga simpatica.
MEMORABILE: L'assalto in discoteca; Il messaggio attraverso la gallina; Il pomodoro Tarzan.

Anthonyvm 30/08/22 15:30 - 5702 commenti

I gusti di Anthonyvm

Il quarto capitolo della saga è forse il più ricco, in termini di valori produttivi, nonché il più equilibrato da un punto di vista umoristico, nella sua commistione di gag grottesche (alcune irresistibili, come la battaglia combattuta fra soldatini e modellini, che a contatto con gli attori in carne e ossa passano a riproduzioni in scala 1:1) e di pause metafilmiche (il "The End" anticipato). Manca però la carica dissacrante che De Bello si portava dietro sin dagli esordi, qui più che altro limitata a scontati stereotipi etnici. Ne risulta una parodia innocua, quasi family-oriented.
MEMORABILE: Il modellino di carro armato esplode e una pila gigante atterra sui soldati; La scalinata con 900 gradini e l'ascensore che si ferma a ogni gradino.

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