Jonas - Film (2018)

Tra passato e presente ci viene raccontata la storia di Jonas, omosessuale dalla vita turbolenta che non riesce a mantenere una relazione stabile a causa di un conflitto irrisolto. La delicatezza che viene utilizzata per trattare la storia mostra una grande sensibilità da parte del regista in grado quindi di tratteggiare una storia d'amore tanto bella quanto innocente. Le cicatrici sui volti rappresentano le ferite di un passato che non ne vuole sapere di venire a galla e di essere affrontato.

Il malessere del giovane nasce dal dolore profondo per un evento straziante accaduto durante l’adolescenza: nel film i due piani temporali si alternano, con buona fluidità, in un progressivo ma intuibile svelamento del motivo. Ma più del plot è importante ciò che accade nei due tempi: l’attrazione gay del ragazzo che trova un amico, e lo sbandamento esistenziale di 18 anni dopo. Una doppia descrizione fatta con delicatezza, che mette al centro la psicologia attraverso il volto sofferente del protagonista. Intenso.

Jonas è un giovane omosessuale incapace di mantenere rapporti sentimentali stabili che assume spesso comportamenti autodistruttivi, mettendosi nei guai. L'origine del suo malessere risiede in eventi avvenuti nel corso dell'adolescenza che ci vengono progressivamente rivelati nel corso di lunghi flashback inseriti nella narrazione. La sceneggiatura pudica e sensibile, la regia fluida e la bella interpretazione inquieta di Maritaud contribuiscono in egual misura a rendere il film interessante, anche se non racconta niente di particolarmente originale.