Jobard ne veut pas voir les femmes travailler - Corto (1911)

Jobard prova ad aiutare alcune donne che lavorano, ma combina solo guai. Ancora una volta, l'ennesima, una comica con protagonista Jobard che non fa né ridere né sorridere. Lo spunto iniziale in teoria potrebbe anche essere divertente, ma all'atto pratico non lo è quasi mai oltre a essere ripetitivo. Rispetto ad altri corti della "serie" nemmeno Cazalis, pur non sfigurando, riesce a risollevare le sorti del tutto. Titolo fuorviante.

Jobard qui è un vero e proprio gentiluomo che una volta uscito di casa non vuole che le donne che incontra lavorino troppo facendo fatica. Nel cercare di aiutarle ovviamente combinerà tutta una serie di guai a non finire. Émile Cohl si trova decisamente più a suo agio quando deve girare delle opere di finzione mentre quando deve fare divertire attraverso delle storie più lineari fa molta più fatica. Anche questo corto non fa eccezione, con una storia che non convince a sufficienza ma che viene riscattata in parte da un finale azzeccato che ribalta quanto visto in precedenza.

Ma quanto è gentile Jobard che, a spasso per la città, soccorre ad alleviare la fatica delle donne al lavoro, finendo però per causare danni. La pellicola procede piuttosto staticamente e senza neanche mettere a segno trovate frizzanti. Si tratta di un cortometraggio piuttosto ordinario o piatto, salvo l’impennata finale decisamente acuta e spiritosa, quando il protagonista rientra a casa: qui l’idea portante ha un guizzo brillante e tagliente e lo stesso tipo di ripresa (con la doppia velocità dei movimenti) si adegua felicemente.