Ecco l'esordio hollywoodiano della ventenne Ingrid Bergman! Audace, per l'epoca, la love-story adulterina tra un affermato musicista e una giovane collega, con conseguente abbandono del tetto coniugale. Perciò il film suggerisce più che mostrare, glissa, pudico, su episodi quali il primo appuntamento di Holger e Anita, oppure il confronto tra Holger e la moglie tradita. Si intuiscono comunque la tenerezza, la passione e le asprezze, il conflitto tra amore e dovere. Melò vecchia Hollywood, moralistico, ma equilibrato e di buon gusto.
MEMORABILE: "Non possiamo costruire la nostra felicità sull'infelicità altrui...".
Primo film americano della Bergman, è una classica love story con intenti moraleggianti: la storia adulterina viene infatti "commentata" (seppur non apertamente) in maniera negativa da una sceneggiatura che ovviamente risente dell'epoca di realizzazione. La confezione è comunque buona e il film godibile anche grazie all'ottima prova dei due attori protagonisti.
Celebre violistica, felicemente sposato con prole, si innamora dell'ìnsegnante di piano della figlioletta, fino ad abbandonare la famiglia, ma... Per il suo esordio ad Hollywood, Bergman replica un personaggio già portato sullo schermo tre anni prima in Svezia, questa volta accanto ad un partner già molto noto come Leslie Howard. La grazia naturale di lei e l'eleganza innata di lui salvano una storia in se stessa molto banale, oltre che moralistica al limite del ricattatorio. Accurata la confezione, notevole la colonna sonora.
Bellissima la Bergman, ma le hanno affiancato un partner inadatto per il ruolo dell'amante appassionato (Howard, alquanto spento, risultò infatti perfetto nelle vesti del malinconico Ashley in Via col vento); senza contare che la trama è di una grettezza tipicamente americana (nonostante osasse mostrare il protagonista abbandonare moglie e figlia per un'altra donna) e il finale non è dissimile da quello di una delle tante produzioni più o meno coeve con Amedeo Nazzari. Della serie "tanto rumore per nulla", anche se il titolo nella doppia accezione (musicale e metaforica) è azzeccato.
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CuriositàDaniela • 7/12/16 17:58 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Il film è un remake dell'omonimo film in lingua svedese, diretto da Gustaf Molander tre anni prima, uscito in Italia con il titolo "La sposa scomparsa", con Ingrid Bergman nel medesimo ruolo ricoperto in questo diretto da Ratoff, che segna il suo debutto nel cinema hollywoodiano.