Il cacciatore di taglie - Film (1980)

L'ultimo film di McQueen non è un lavoro eccezionale: un poco riuscito mix tra il poliziesco americano alla Callaghan e la commedia ironica con qua e là sprazzi di blaxploitation (tra l'altro la cosa migliore del film). Nonostante questo (e nonostante un maniaco da operetta assetato di vendetta) la pellicola si fa seguire grazie alle buone scene d'azione ed ad una durata adeguata. Fa tenerezza vedere il film sapendo che di lì a poco il grande Steve avrebbe abbandonato la vita, cosa che mi porta a dare un mezzo pallino in più.

Un film che è un lento crescendo... purtroppo questo lento si può tradurre con un: "sono belli solo gli ultimi 20 minuti". Il resto è un mix di ironia che ricorda Filo da torcere (antecedente di 2 anni, con Eastwood come protagonista), un'unione di battute da avanspettacolo e scene d'azione. Poco convincente e slegato.

Action divertente e caciarone senza troppe pretese, impreziosito dall'ultima interpretazione del grande Steve McQueen, qui particolarmente simpatico e autoironico. Le sequenze d'azione sono ben dirette (Kulik era un regista di buon mestiere) e la colonna sonora molto azzeccata. Manca una trama unitaria, visto che si tratta di tanti episodi distinti nella vita di un cacciatore di taglie, ma c'è davvero di che divertirsi.

Svolgimento, ambientazione e colonna sonora tipica da blaxploitation, ma il protagonista è McQueen. La storia ha poco da raccontare, allungata da parentesi umoristiche poco riuscite e da vicende personali del protagonista in crisi con la fidanzata. Purtroppo carente anche sul versante action, tranne per un discreto inseguimento nel finale che risolleva un po' il ritmo. Dispensabile, anche per via del doppiaggio mediocre.

Uno dei migliori film finali di un grandissimo attore d'azione - e non solo - che sia dato di vedere, degno canto del cigno di una leggenda come McQueen. La co-sceneggiatura di Peter Hyams e la regia solida di Buzz Kulik collaborano a creare sequenze come quella dell'inseguimento nel famoso parcheggio grattacielo e nel campo del grano con la trebbiatrice, ormai tramandate ai posteri. Splendide tutte le ambientazioni e la fotografia. Unica nota hollywoodiana ridicola, la Harrold innamorata e incinta al confronto col barbogio McQueen, di vent'anni più vecchio.

Bounty-killer scorrazza per l’America in cerca di criminali, ma sembra più preoccupato per l’imminente paternità e le responsabilità che ne conseguono. Il passo d’addio di McQueen non è propriamente memorabile. Commedia d'azione piuttosto superficiale, penalizzata da una regia di stampo televisivo, ma almeno divertente nel tratteggiare la figura di un moderno cowboy che non vuole crescere, non sa parcheggiare la sua vecchia auto ed è più preoccupato di diventare padre che delle minacce di un ex-galeotto in cerca di vendetta. Come testamento dell'attore meglio il coevo Tom Horn.