Il bel matrimonio - Film (1982)

Sabine, stanca di legami sentimentali con uomini sposati e desiderosa di sistemarsi economicamente, annuncia a parenti ed amici il suo prossimo matrimonio. Presa la decisione, si tratta di conquistare un marito, ma la preda (un avvocato parigino cugino della sua migliore amica) si rivelerà più sfuggente del previsto. Commedia ironica, con una protagonista dalle idee antiquate (come gli rimprovera anche la madre), testarda ed infantile, e dialoghi in punta di penna che possiedono una grazia settecentesca.

Il secondo campione della serie “Commedie e proverbi” restituisce il Rohmer più puro e gradito: quello che, con i dialoghi di una pacata quotidianità, ribadisce i suoi teoremi sulla fugacità dell’amore anche nella fermezza dei propositi matrimoniali e il ruolo del caso come determinante primaria dell’azione umana. Sguardo caparbio e fisico minuto, la Romand domina la scena e si conferma una delle attrici simbolo del cinema del regista francese. Deliziosamente spiritoso.

Seline annuncia a tutti che sta per sposarsi, ma non sa ancora con chi. Il pensiero la precede, la volontà anticipa l'opportunità. Sbalzata dal presente, a un passo dalla nevrosi, attraversa gli spazi senza mai abitarli. La sua caparbietà è passatista come l'arte gotica o è all'avanguardia come Man Ray? Per Rohmer, non è nei luoghi e nelle forme canoniche che il destino schiude le sue porte, ma nei passaggi, nelle transizioni, sui mezzi di trasporto, dove la volontà si abbandona al flusso. Opera lieve, animata da un’inarrestabile Romand, disvela con arguzia i paradossi dell'esistere.