Vicenda che unisce il thriller al racconto a vocazione naturalistica che ha i lupi per protagonisti. Il regista alterna efficacemente scene d'azione, realizzate con una dose non indifferente di violenza, mostrata tuttavia senza compiacimento, ad altre più intimiste, e fa crescere progressivamente la tensione. Splendidi gli scenari naturali nordici in cui è ambientato gran parte del film. Attori convincenti.
Uno studioso del comportamento dei lupi riceve una richiesta da una donna che vive in un villaggio in Alaska: deve trovare ed uccidere la bestia responsabile della scomparsa del suo bambino... Saulnier continua a raccontare storie cupissime: qui più che la trama, assai criptica, conta l'ambiente, un luogo di frontiera in cui i nativi conservano legami magici con il passato ma non hanno futuro perché privati dei figli. Non del tutto convincente ma interessante, con splendidi paesaggi e qualche attore da tenere d'occhio (Antelope, Dale).
MEMORABILE: Il massacro con la mitragliatrice; "Prima o poi tua moglie riceverà quella telefonata"; La maschera di lupo
In una sperduta località tra i ghiacci dell'Alaska, l'ennesimo bambino scompare; si dà la colpa ai lupi ma il naturalista esperto chiamato allo scopo si troverà di fronte a una realtà molto diversa e assai più inquietante. In verità, quella dei lupi sembra più un'esile cornice (per fatti tanto cruenti quanto misteriosi) che poco apporta alla coerenza della vicenda e proprio per questa cripticità la storia non riesce a coinvolgere appieno. Rimangono impresse alcune sequenze spiazzanti e la grandiosità del paesaggio. Interessante, anche se irrisolto.
MEMORABILE: Da etologo a detective (suo malgrado); La sparatoria; Le sequenze nella zona di guerra.
Leggere il romanzo aiuterebbe probabilmente a capire alcuni punti oscuri del film; non è infatti un prodotto di facile assimilazione e preso per quel che è può risultare persino pretenzioso, specialmente a fronte di un finale che non risolve in modo soddisfacente la vicenda e lascia più dubbi che altro. Detto questo, resta a tratti suggestivo, anche grazie alle location che si fotografano da sè, con qualche buona scena (lo scontro con la polizia su tutti); le due ore sono però poco giustificabili e il buon cast non può sopperire a una certa inconcludenza.
Nella media dei prodotti Netflix. Un thriller che parte bene, con tutte premesse affascinanti e un'ambientazione riuscita, per poi sgonfiarsi poco a poco dopo metà, trascinandosi in un ritmo a volte troppo lento e finendo per non soddisfare del tutto. Il cast è buono, la regia anche, ma la sceneggiatura nel tentativo di raccontare forse qualcosa di profondo risolve il tutto in una grossa bolla di sapone. Così così.
Incomprensibile sciarada semi-paurosa, che tralascia numerosi dettagli pruriginosi del perdibilissimo libro da cui è tratta. Una parata di personaggi volutamente improbabili, esagerati, in certi casi ridicoli. Alla fine i migliori (oltre a un nudo della Keough) sono gl'incolpevoli lupi della lugubre cittadina. Se non altro fotografa il dato attuale sulla crescita del crimine in Alaska. Chi ci andrà stia tranquillo, comunque: non incontrerete mattanze del genere e nemmeno gente tanto fuori di testa.
Alaska: uno studioso di lupi viene chiamato da una donna per cercarne uno che ha ucciso suo figlio. A breve tornerà il marito dalla guerra. Thriller a tinte forti e tempi lenti, ambientazione suggestiva tra nevi, lupi e piccole riserve di indiani ben resa da un'ottima fotografia. Colpi di scena e un twist verso la fine (facilmente intuibile) ma la sceneggiatura, dopo ben due ore di intreccio, si rivelerà estremamente enigmatica (la simbologia del lupo che divora il piccolo; "distruggere per salvare"), con un finale "troppo aperto".
MEMORABILE: La citazione da Halloween, quando Vernon mascherato accoltella Shan; Shan ascolta lo stereo: sono gli Evilfeast, black metal band polacca underground.
Il difetto principale, non di poco conto, riguarda purtroppo la scrittura. Al termine della visione resta un grande punto interrogativo sul senso degli eventi. Non si capisce quasi nulla e quel poco è frutto di supposizioni lasciate al caso. L’inizio sembrava promettere bene, indicando la via del thriller che inizia con la scomparsa di un bambino. Dopodiché la confusione più totale, passando per ipotetici culti nordici fino a parentesi di guerra superflue e un epilogo buttato lì solo perché il tempo era scaduto. Si salva solo la bellezza dei lupi.
Nonostante la mano del bravo Jeremy Saulnier si veda chiaramente, specie nelle belle scene d'azione che sono in grado di sorprendere o di creare suspense, il film si perde completamente col passare dei minuti a causa di una sceneggiatura davvero insufficiente che non riesce a valorizzare il bel soggetto di partenza. La cura formale non salva il film dalla mediocrità. Discreto, ma nulla di più.
Nonostante qualche cliché tipico da film innevato con sparatorie improvvise a caso e panorami tanto mozzafiato quanto poco utili, questo film trova il suo perché nel misticismo e nel transumanesimo celato dietro i volti dei personaggi che vivono in questa piccola città fantasma. Per fortuna l'alone di mistero rimane, non viene spiegato in maniera didascalica. Bene in parte il cast, con Wright che fa da padre maturo a uomini forse troppo istintivi e a donne fuggevoli. Qualche scivolone di sceneggiatura comunque c'è e non fa alzare il livello generale.
Il grande talento visivo di Saulnier per una storia che sporca di sangue la neve di una terra di confine, in cui la giustizia si fa con le armi. Raccontata con il supporto di una fotografia che ne acuisce il senso di ineluttabilità. Sceneggiatura impeccabile, anche nei dialoghi; tempi di narrazione adeguati all'ambiente e ai personaggi che vi si muovono. Non una ripresa inutile o forzata. Interpretazioni tutte convincenti: Skarsgård piatto ma efficace, mentre Wright conferma le sue straordinarie capacità espressive. Finale fortemente iconico. Decisamente un mezzo capolavoro.
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DiscussioneDaniela • 28/09/18 23:54 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Distribuito doppiato in italiano da Netflix.
DiscussioneDaniela • 1/10/18 13:24 Gran Burattinaio - 5937 interventi
x Galbo
il film è ambientato in Alaska ma gli esterni sono stati girati in Canada nelle aree attorno a Calgary nella provincia di Alberta.
Poco male, gli scenari naturali sono splendidi lo stesso :o)