End of the line - Film (2007)

I cercapersone degli affiliati alla setta trillano all'unisono, è il segnale del Maestro: che scatenino l'inferno. Chi sei Devereaux? Ma soprattutto, perchè m'hai scippato il film che avrei sempre voluto girare, chettepossino. Ambientandolo underground. Tirando in ballo suicidi di massa e piccoli-fans dell'Armageddon trucidati. Citando torme di cultissimi: l'eterogenea umanità che scappa all'ora dei conigli, ellessi pulpeggianti, la resa disonorevole dei Guerrieri, cunicoli di Nimrod. Warning: è un low-budget, ma ci sono più pepite (grezze) qui che nell'ultimo lustro del filone horror-mainstream.

Millenaristi cristiani cominciano un vero genocidio in nome della salvezza delle anime, dato che l'Apocalisse è dietro l'angolo. Film dell'orrore abbastanza originale che ricorda un po' The Midnight Meat Train, ma solo per le location e un po' Il seme della follia. Ottima l'atmosfera allucinata della prima mezzora, poi cala un po' nel convenzionale, ma la regia è di qualità e gli scontri coinvolgenti. Pochi mezzi ma buone interpretazioni e ambientazione valida. Peccato il finale, un po' sprecato. Che Carpenter abbia finalmente un degno erede?

Efficace in molte sequenze, abbastanza originale nell'assunto, il film perde qualche colpo di troppo nello svolgimento, in certe fasi alquanto ripetitivo, e non riesce a dare al finale quell'imprevedibilità che di certo era nelle intenzioni del pur valido regista. Nel panorama attuale, è comunque una piccola perla, e degno di essere visto da qualunque appassionato del genere, in virtù del fatto che i pregi del prodotto sopravanzano nettamente i difetti.

Profetizzò il presente, Devereaux, sigillato da un'ondata di cristianofilia poco ortodossa e militaresca, da un misticismo belligerante e da una corsa al purismo che sfocia nell'eccidio. Nell'inscenare il dura crux sed lex, si avvalse di un estro figurativo teratologico e di una scrittura scenica che avrebbe fatto dolere di invidia lo stomaco di Barker. Il low-budget ringhia dietro l'angolo, ma Devereaux non se ne fa un cruccio e lo consegna all'incuria, lasciando che fantasia e generosità di idee siano più determinanti della mancanza di fondi. Nel frattempo, Ragnarok uccide a passo di mantra.

Una sorpresa. Ricco di tensione, incute una discreta ansia e regala anche qualche scena concretamente forte, oltre a quel paio di salti sulla sedia che non fanno mai male. Costruito su una struttura claustrofobica senza alcuna via d’uscita, ne lascia parecchie suggerite come chiavi per la storia, confondendo talvolta occhi e neuroni; il tutto però con gusto e affascinante visionarietà. Necessita forse di più di una visione per essere compreso completamente, ma le vale.