Do not disturb - Non disturbare - Film (1999)

Do not disturb - Non disturbare
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Do not disturb
Anno: 1999
Genere: thriller (colore)
Regia: Dick Maas

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Forse qualcuno ancora ricorda Dick Maas, regista olandese che negli anni 80 si fece notare con un curioso horror su di un ascensore assassino e con un thriller girato per i canali di Amsterdam. In DO NOT DISTURB riprende un po' le atmosfere di quest'ultimo film, tentando nuovamente la carta degli inseguimenti tra i vicoli e i canali della capitale olandese. Niente più mostri misteriosi, però, quanto piuttosto un canovaccio banalissimo da gialletto del sabato sera, con una bambina muta (Francesca Brown) che assiste casualmente a un...Leggi tutto delitto dopo essersi persa tra i corridoi dell'albergo dove alloggia con la famiglia (William Hurt e Jennifer Tilly). Gli assassini la vedono e uno di loro comincia a darle la caccia. Poche, pochissime idee e Maas che punta tutto sul ritmo e il montaggio, con un tocco semplice ed efficace che un suo effetto alla fine lo ottiene. Non basta tuttavia cambiare set per sperare di proporre qualcosa di interessante, specie se il tuo killer professionista sembra uscito dai peggiori telefilm americani. Così Maas prova ad inserire maldestramente qualche punta d'umorismo, rischiando addirittura la deriva comica con gag da patronato. Inutile dire che la suspense quasi non esiste e che il film sembra finto, uno scherzo di cattivo gusto (anche a giudicare dalla presenza, in albergo, di una rockstar che si fa chiamare Billy Boy Manson ed è la copia sputata di Marilyn Manson); in questo modo il regista, che si autocita con una discreta scena d’agguato in ascensore, rovina anche quel poco di buono che c'è con una leggerezza imperdonabile, sottolineata pure da una fotografia “di plastica” dai colori ipersaturi. Amsterdam è bella, d'accordo, ma meriterebbe un occhio meno superficiale e commerciale.

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Fele 18/12/07 22:32 - 43 commenti

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Maas, il regista del discreto L’ascensore, ripropone e ripete il cardine narrativo incentrato sulla corruzione. Ma se il vecchio film recava in sé un certo fascino, conferito dall’aura cupa e da alcuni eccessi splatter, qui viene seguita la lezione sdrammatizzante dei fratelli Coen, senza però applicarvi tutta la dovuta cattiveria. Il tutto appare dunque troppo schematico e manicheo (ovvero anti-realistico) e, pur con una vena sarcastica a momenti godibile, finisce per evocare il fetore stantio delle semplicistiche morali disneyane. Leggero.

Galbo 31/03/08 20:27 - 12372 commenti

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Una Amsterdam insolitamente buia e claustrofobica (oltre che ben fotografata per gli scopi del film) fa da sfondo a questo peculiare e riuscito thriller di Dick Maas. Il film ha nelle atmosfere e sopratutto nel ritmo molto sostenuto e mantenuto per tutta la durata, i suoi punti forti. Il regista inserisce delle buone trovate dal sapore hitchcokiano e dimostra una certa perizia nelle sequenze d'azione. Buono il cast.

Daniela 14/04/09 10:58 - 12606 commenti

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Medico americano si reca ad Amsterdam con la famiglia per concludere un importante contratto di lavoro. Per una serie di circostanze fortuite, sua figlia, una ragazzina muta, assiste ad un delitto e diventa bersaglio di un killer che vuole eliminarla. Maas, autore del più famoso Ascensore (auto-citato in una sequenza), imbastisce questo thrillerino in cui la tensione è stemperata da tocco umoristici (il killer è spietato ma anche molto maldestro ed anche la polizia non ci fa una bella figura). Hurt distratto, Chicklis simpatico nonostante tutto
MEMORABILE: Il delitto iniziale: la pistola fa ciletta, la lama del coltello cade per terra, così che Chicklis chiede al killer se è davvero un professionista

Cotola 20/07/09 23:31 - 8998 commenti

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Solita storia thriller a base di handicap e dell'assassino di turno a caccia della sua, ovviamente inafferabile, vittima. Maas "ritorna sul luogo del delitto" e cioè la città di Amsterdam dove aveva già girato il ben più riuscito Amsterdamned. Stavolta però i risultati sono molto deludenti e poco coinvolgenti a causa di una pellicola che scivola via senza emozioni e senza lasciare alcun segno di sè.

Stelio 24/03/15 23:22 - 384 commenti

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Thriller dal lieve retrogusto comico del misconosciuto Dick Maas, autore di una regia forse non così sofisticata e innovativa bensì di una sceneggiatura originale, semplice ma funzionale. La scorrevolezza è il pregio maggiore: difficile annoiarsi o distogliere l’attenzione. Peccato che un peso massimo come Hurt non venga sfruttato e che molti personaggi secondari siano talmente grotteschi da risultare poco credibili. In ogni caso un buonissimo film. Da vedere.

Anthonyvm 30/01/20 21:35 - 5612 commenti

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Simpatico thriller con marcatissimi elementi umoristici. Il soggetto è elementare (cosa non rara per il bravo Maas), il che consente all'autore danese di concentrarsi sulle sequenze adrenaliniche e sulle gag (molte delle quali, basate su un tipo di ironia dark à la Coen, sono anche più riuscite della componente thriller). Molto buona l'ambientazione amsterdamiana e simpatici i riferimenti a L'ascensore dello stesso regista. Notevole il cast e memorabile l'inseguimento finale a bordo di un'ambulanza. Le musiche abborracciate però fanno cilecca.
MEMORABILE: Il disastroso assassinio dell'avvocato; Il killer al telefono non capisce i messaggi in codice del suo interlocutore; Il bizzarro musicista pedofilo.

Caesars 2/12/20 10:00 - 3772 commenti

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Maas ci ripropone una storia già vista molte volte (un innocente è testimone involontario di un omicidio, con le dovute conseguenze), ma riesce a rendere "potabile" la cosa inserendo l'azione in un contesto assai ironico. La giovanissima  Francesca Brown, qui all'unica sua prova su grande schermo, è discreta e figura meglio dei suoi genitori Hurt e Tilly; forse migliori sono comunque alcuni attori di "contorno" (Michael Chiklis e Corey Johnson). La regia tiene alla larga la noia con un gran ritmo, forse persino eccessivo nel caotico finale sull'ambulanza.

Magerehein 11/01/22 22:21 - 977 commenti

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La storia non brilla per originalità né per verosimiglianza (la bambina vanta doti atletiche non comuni e il killer è maldestro...) e in alcune scene Maas cita apertamente i suoi due film precedenti, ma il film ha il pregio di scorrere rapido e non indigesto grazie all'abbondanza di azione e a qualche buona trovata umoristica, che a volte dà l'impressione di trovarsi in una mezza parodia. Un onesto intrattenimento.
MEMORABILE: L'omicidio raffazzonato di van der Molen.

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