Con il fiato sospeso - Corto (2013)

Appena 35 minuti per descrivere il caso Farmacia di Catania. I laboratori contaminati dai rifiuti tossici dei laboratori portarono alla morte per tumore alcuni ricercatori della facoltà di Farmacia. La Quatriglio racconta questa vicenda come una favola senza il lieto fine, in stile finto documentario, sottolineando i punti dolenti del mondo accademico e l'abbandono da parte delle istituzioni. Molto bello e commovente.

Tutto falso, o quasi. Quindi, tutto vero. Senza quasi. Costanza Quatriglio ricostruisce gli avvenimenti che nel 2008 portarono al sequestro dei laboratori della facoltà di Farmacia dell'Università di Catania per sospetto di inquinamento ambientale. Tra le vittime, Emanuele Patanè, ricercatore morto di tumore a causa delle esalazioni tossiche. Con stile lisergico e un intimismo poetico che rafforza l'impatto emotivo, Quatriglio rievoca il clima di angoscia e lascia che lo scandalo morale emerga dal confessionale di Stella, fiduciosa laureanda, cui Alba Rohrwacher conferisce grande autenticità.

L’intensa interpretazione di Rohrwacher vale quanto (e forse di più) il profondo senso morale che sostiene questo corto che raccoglie le denunce contro il laboratorio di chimica dell’Università di Catania, in cui malattie e morti di giovani furano causate da grave negligenza. Tra finto documentario, ricostruzione e puro errare della cinepresa in una sospensione in cerca di suggestioni, il corto instilla nello spettatore più un senso di compassione che non una reazione al sistema di potere degli atenei che schiaccia lo studio e la ricerca.