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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/06/21 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Kinodrop 18/07/21 11:17 - 2951 commenti

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Enid, addetta alla censura di film violenti, ritenuti pericolosi e/o sovversivi, vive con un senso di colpa per la scomparsa della sorella minore che la illuderà a riconoscerla nel volto di un'attrice in una videocassetta pirata, iniziando una ricerca ossessiva che sconfinerà nell'allucinazione e nelle turbe mentali. Se lo spunto è originale e intrigante, non altrettanto si può dire del prosieguo, che abbandona il problema di costume e di critica sociale (siamo in piena epoca thatcheriana) per concentrarsi sulla psicologia patologica della protagonista (la monoespressiva Algar).

Leandrino 2/07/21 19:43 - 513 commenti

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Il film cattura un momento particolare di quella proliferazione inarrestabile dei cosiddetti "video nasties" di inizio Ottanta, minacce per l'ordine e la pubblica morale; per questo offre lo sguardo di un personaggio forse inedito, tormentato da un passato "reale" da film dell'orrore. I concetti sono esplicitamente espressi, mentre la trama si infittisce nella sua ambiguità via via che la realtà si inerpica nella finzione. Non sempre tutto funziona e il ritmo non è di certo dei più sostenuti, ma il film ha dalla sua un contesto originale e una parte finale lievemente inquietante.

Herrkinski 19/06/21 14:28 - 8112 commenti

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In Inghilterra, durante l'epoca dei video-nasties, una censora della BBFC si convince che la sorella scomparsa sia l'attrice di un oscuro film indipendente. Curioso psicodramma dalle tinte horror che porta su schermo un periodo storico di follia collettiva tuttora affascinante a livello antropologico; la ricostruzione d'epoca è la cosa più interessante del film, che altrove arranca dietro a uno script modesto e a un ritmo soporifero, riscattato solo dalla buona prova della Algar e da un'estetica 80s ben resa, specialmente nella fotografia e nell'uso di luci colorate ed effetti.

Daniela 6/07/21 11:48 - 12662 commenti

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Nella grigia Inghilterra thatcheriana la depressa Enid lavora presso l'ufficio che si occupa di censurare ed eventualmente bloccare la distribuzione di VHS dal contenuto violento. Un giorno, esaminando un video, crede di riconoscere in una delle attrici la sorella scomparsa anni prima... Altro esordio al femminile nel lungometraggio per un'opera interessante più riuscita nella prima parte a per l'accurata ricostruzione ambientale che nella seconda più propriamente horror dai contorni sospesi tra realtà ed allucinazione che racconta gli sviluppi dell'ossessione della protagonista. 

Lupus73 17/07/21 18:35 - 1494 commenti

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Soggetto particolare e metacinematografico che vede come protagonista un'addetta alla censura degli horror in piena stagione '80, nell'Inghilterra della Iron Lady. Confezione pregevole e fotografia senza pompose patine, sceneggiatura fluida ed efficace anche se nella seconda parte si preferisce rimanere nel piano visionario della protagonista e nel piano della trascendenza muovendosi sul limite sottile che separa l'influsso dello stimolo esterno dalle turbe interiori pregresse: se depurassimo gli schermi da tutto questo orrore, il mondo sarebbe davvero migliore? Voto generoso.

Bubobubo 26/03/22 19:35 - 1847 commenti

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All'apice della caccia thatcheriana alle streghe dei "video nasties", nella corazza della rigida addetta alla censura Enid (Algar) si aprono le prime crepe quando, in una scena di uno slasher raffazzonato, le sembra di riconoscere nell'attrice principale la sorella Nina (La Porta), scomparsa misteriosamente anni prima... Tema interessante che, nonostante gli ovvi tributi del caso, riesce a imboccare un proprio personale sviluppo, tra onirismi orrorifici e spasmi psicotici. Meglio la prima parte, drammatica, della seconda, allucinata come da copione e immersa in cromatismi risaputi.
MEMORABILE: La visione di "Don't Go In The Church"; Cos'è davvero successo nel bosco?; Il finale.

Schramm 18/04/22 20:22 - 3495 commenti

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Rating e rimosso che si metaforizzano a vicenda, il passato che si crede seminato e sbarra invece ogni strada, la paranoia che si fa carne che si fa film che defenestra la realtà e all'arrembaggio col bla bla bla del cinema che parla del cinema che fa cinema in un videodromaro starry eyes denuclearizzato che cattura il genere intento ad autopsicanalizzarsi domandando se c'è più male nel mondo o nel cinema. E quel found-footage finale. Come se in fatto di cine-matrioskalità che manda il senno in coriandoli gli ultimi augh non li avessero proferiti Luna e John. Ma che due p-beeep-le!
MEMORABILE: La battuta metapsyco: "I'm so sorry for your mum, Perkins".

Myvincent 16/08/22 22:02 - 3742 commenti

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Nel visionare e censurare pellicole horror, un’addetta ai lavori rintraccia la sua stessa storia, che la vide protagonista durante la misteriosa scomparsa della sorella avvenuta molti anni prima. Fin qui fila tutto liscio, poi i piani si confondono e la realtà si mescola con l’interpretazione delirante della protagonista. O forse no? Il tutto viene appositamente consegnato all’interpretazione dello spettatore, come va di modo oggigiorno, lasciandolo alquanto interdetto e scontento.

Areknames 24/08/22 16:40 - 47 commenti

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Un film che vuole raccontare una discesa nella follia, ma che è in gran parte frenato da una messa in scena e da un decoupage troppo trattenuti e freddi per riuscire a trasmettere emozione. La ricostruzione d'epoca è apparentemente accurata, ma non sempre convincente (gli uffici e le dinamiche della BBFC, troppo caricaturali). Nel suo sviluppo prevedibile, il film riesce però a spiccare il volo, ad aprirsi all'irrazionale giusto nella sequenza finale, in cui la regista trova una potente sintesi tra forma e contenuto, turbando lo spettatore. Una svolta tardiva, ma che lascia il segno.

Magerehein 25/10/22 14:45 - 1002 commenti

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Molto bella tutta la prima parte, che ricostruisce in ottimo stile la grigia e soffocante quotidianità di un lavoro noto a pochi (sebbene qualche dubbio sulla verosimiglianza dello stesso possa esserci). Da quando però qualcosa nella vita della protagonista comincia ad andare storto, la vicenda vira su canoni meno originali (pur nutrendo bene il germe del sospetto nello spettatore), annoverando tra l'altro un'infernale fotografia rossoblù che però qui non pareva necessaria. Il livello torna ad alzarsi nell'onirico, patinato e allucinato finale. Un'opera prima davvero niente male.
MEMORABILE: Il finale.

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Orson 21/11/22 12:55 - 122 commenti

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Sopravvalutata opera d'esordio di una giovane regista gallese, il film inizia benissimo con una descrizione credibile ed efficace degli ambienti ministeriali dell'Istituto censura inglese negli anni 80, con una credibilissima protagonista calata in atmosfere lugubri e inquietanti, ma poi deflagra nella seconda parte in deliri lynchiani fuori tempo massimo, abbandonando quasi del tutto il filo logico della narrazione a favore di scene ad effetto, onirismi e jump scares. Purtroppo, dopo una prima ora interessante, prevalgono la noia e il disinteresse. Occasione sprecata.
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