Se non fosse per le schegge visionarie che Po-Chih Leong ci piazza dentro, questo filmettino loffio e anche un pò sciocchino, sarebbe da cassare come mezza vaccata.
Ritmo blandamente televisivo, umorismo da black comedy che non fà mai ridere, Nelson che gigioneggia contorniato da una massa di deficenti (i creatori di SFX e pupazzi, le cretinette sgallettate, l'agente nevrastenica in tacchi a spillo, il regista scemo e ottuso).
Momenti da commediaccia completamente fuori luogo (la cinemata horror con cagnara, il confronto finale tra agente/regista/Nelson in cucina di quest'ultimo, la scritta all'interno del furgone, la bruttissima chiusa finale), in uno script che rasenta l'improponibile (il demenziale piano per far cadere in trappola Nelson, la storiella d'amore tra sceriffo belloccio e ragazza scampata alle grinfie di Nelson)
Insomma, gli elementi c'erano tutti per la temuta monopalla.
A salvare, in parte, la pellaccia al filmaccio ci pensa il regista del bellissimo
Brivido di Sangue, che trovandosi per le mani questa robetta, cerca di fare quello che può, e , in parte, alza l'asticella.
Le bellissime (e quasi poetiche) immagini del "giardino segreto", cimitero subacqueo con i cadaveri delle ragazze vittime del serial killer Nelson, che fluttuano tra alghe e il blu cobalto dell'acqua del lago. Macabra composizione di una meraviglia necrofora che sfiora la perfezione, con Nelson sub che, ogni giorno, le accudisce (come Frank Zito si prendeva cura dei suoi manichini, con scalpo, in
Maniac) e "danza" per loro con una stola di velluto rosso.
Immagini soavi e di una visionarietà tutta orientale, che stonano quasi con il resto del racconto (da film tv di bassa lega)
Così come e riuscita la pantomima del cinese che pesca, mentre il cadavere della ragazza viene a galla
Di certo spessore (sempre per merito del regista cinese) la "seduzione" davanti allo specchio riflettente tra Nelson e la Burress, sottolineato da uno score quasi angelobadalemantiano, che mi ha rammentato il rapporto seduttivo tra Jude Law e Emma Lowenshon in
Brivido di Sangue, così come sono ficcanti i titoli di testa sulla base di una canzone da pelle d'oca.
Tutto il resto sarebbe da buttare al macero, tra cretinerie e situazioni demenziali.
Alla fine mediocre, ma con un suo perchè.
Le atmosfere lacustri echeggiano un chè di
Venerdì 13