Branchie - Film (1999)

Al suo esordio cinematografico, il Grigna se la cava meglio del previsto, risultando naturale e credibile nella parte di un giovane che lavora all'acquario di Genova ed è affetto da cancro ai polmoni. Un giorno decide di mollare tutto per un viaggio mistico in India, dove incontrerà nuovi amici, il vero amore e sbaraglierà un traffico d'organi di bambini internazionale (!). Il mix tra dramma, commedia e azione scade spesso nella baracconata e il film punta tutto sulla faccia del Grigna e sulle belle ambientazioni indiane. Fumettone furbastro.

Tratto dall'omonimo libro di Niccolò Ammaniti, questo film non è facile da inserire in un genere, ma forse il più appropriato è il fantasy. Non era facile avvicinarsi al libro, ma qualcosa di meglio si poteva fare, anche perché in alcune sequenze si cade nel ridicolo, come la trovata dell'aeroplanino gigante. Degno di nota invece l'esordio del Grigna, che non se la cava affatto male (nella confusione del film) nel ruolo di ammalato ribelle, che rifiuta le cure e decide di partire per l'India.

Film drammatico dai buoni spunti ma dalla messa in scena quantomeno carente, al limite del ridicolo. Un miscuglio mal riuscito di fantasy, dramma, spionistico alla 007 (vedi la base-clinica nascosta sull'Himalaya!), per giunta mal recitato e non solo da Grignani. Incredibili gli stacchetti onirici e psichedelici in salsa orientale. Il fatto è che un film così complesso necessitava di ben altro budget e di veri attori: qui non c'è, semplicemente, né l'uno né gli altri.