Pellicola di buona fattura e scabrosa black comedy, ricca di colpi di scena e di situazioni originali al limite dell'incredibile, ma impostate in modo che appaiano reali. Efficace cinema greco che segna un altro "colpo basso" contro la famiglia tradizionale. Siamo lontani dal cinema almodovariano ma si resta piacevolmente colpiti dall'originalità del prodotto.
Dimenticate le grandi saghe famigliari del tragico mito antico, si plana qui verso le più abbordabili e contorte trame borghesi da morboso feuilleton o soap opera: del resto non esistono più etica o fato, ma solo assenza d’ossigeno, sostituito dalla grettezza del denaro che governa tutto. Così una famiglia si autodistrugge istericamente tra lividi rapporti sessuali (su tutti la multiforme attività del ragazzo che si divide tra uomini da ricattare e donne da sfruttare) e litigi finanziari. Eccessivo nella trama, ordinario nella fattura.
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Thessaloniki Film Festival: premio FIPRESCI per avere scoperchiato, con dialoghi autentici e un coraggioso melodramma, la corruzione della società e il fallimento della famiglia. Creando così un aggiornamento della Tragedia Greca in uno scenario contemporaneo.