Biraghin - Film (1946)

Milano. Una deliziosa ballerina dall'animo peperino si divide tra successo tanto atteso e aspiranti mariti. Commedia di puro svago tutta incentrata sull'impetuosa Lilia Silvi ("La ragazza terremoto" del cinema dei cosiddetti telefoni bianchi), che è anche l'unico motivo di interesse - e se vogliamo anche di "culto" - di una vicenda in realtà di poco conto a dispetto di un valente parterre d'attori che le ronzano attorno (il sempre ottimo Checchi, per esempio). Nonostante la pochezza dei contenuti, resta una pellicola divertente.

Pellicola dell'immediato dopoguerra che, per caratteristiche, sembra ancora strettamente legata ai canoni cinematografici del Ventennio e degli anni del conflitto, in cui la voglia di leggerezza prevaleva sull'impegno socio-culturale. In pieno neorealismo, ecco dunque un'opera innocua, civettuola e ottimista. Un inno alla positività: nella vicenda dell'aspirante étoile Pina Biraghi "Biraghin" c'è poco spazio per i drammi, mentre dominano allegria e gioia di vivere. La peperina Lilia Silvi monopolizza la scena: quasi una mattatrice.