Being at home with Claude - Film (1992)

Un quasi kammerspiel esclusivamente centrato su un isterico interrogatorio (con battute sparate a velocità talmente supersonica che si suda nel metabolizzare i dialoghi) di stranissimo sapore stilistico: le parti legate all'anamnesi, nervose e sperimentali, sono in un elegantissimo b/n che adopera il colore solo per il sangue, quelle dell'interrogatorio, costituenti la quasi totalità del film, paiono una puntata in ffww dell'ispettore Derrick con script scabroso. L'impulso di sbadigliare si fa sentire più volte, ma vale un appello per i bellissimi 8' di incipit: cinema al cubo.

Beaudin trasforma un bel dialogo (un poliziotto interroga un marchettaro che ha ucciso il suo amante) in una pagliacciata isterica, dove i due protagonisti sbraitano, si agitano, si spintonano e si muovono incessantemente (in una biblioteca?): ovvero, come credere di vivacizzare un’opera teatrale (di Dubois) chiedendo ai due attori (bravi ma male usati) di recitare sopra le righe. Si salvano il crudo e sferzante prologo dell’omicidio eseguito durante il sesso e altri squarci sempre in un ricercato cupo b/n. Un pessimo servizio a un bella pièce.

Dopo un incipit mozzafiato in cui convergono Eros e Thanatos, si dipana l'acceso interrogatorio a cui fa seguito la confessione dell'assassino. Le motivazioni lasciano chi ascolta senza parole: non un omicidio premeditato, asserisce la parte attiva, ma un omicidio d'impeto, come "naturale conseguenza" di un rapporto carnale di rara intensità, il cui apice orgasmico collimerebbe con il delitto passionale. "Being at home with Claude" è uno di quei film che non si dimentica. La chiave di lettura è nei dialoghi, a volte un po' troppo serrati. La ost è suggestiva, i due amanti favolosi.