Stefano (Calvagna) è agli arresti domiciliari perche l'han trovato in discoteca con due bustine di cocaina nella giacca (infilategli lì dal buttatuori). Una scusa buona per girare l'intero film in un unico appartamento, con rare puntate sul pianerottolo o in cortile. Lo schema è quello della commedia paradossale, con diversi personaggi che gravitano intorno alla vita di Stefano: ci sono l'attraente barman della disco (Adriana Volpe), il padre defunto che ritorna come spirito guida (Riccardo Garrone), l'amico di sempre (Francesco Benigno), la coppia di sicari convinti che Stefano abbia con sé 500 milioni di droga (Angelo Bernabucci e Antonio Sperandeo), i vicini...Leggi tutto religiosi, gli agenti che suonano per verificare che sia in casa, la psicologa petulante, il cane Mozart, un tizio vestito da drugo di ARANCIA MECCANICA, il magistrato ultrà della Lazio e naturalmente la bella ragazza di cui innamorarsi. Insomma, un gruppo assortito di varia umanità da far entrare in contatto col protagonista, spontaneo come sempre, tecnicamente discreto in regia ma alle prese con un copione purtroppo infelice. Se inizialmente il film si ta anche guardare, nel suo guazzabuglio di situazioni quasi ai confini dello slapstick, col passare dei minuti si fa pesante, denotando tutti i limiti di un'operazione senza capo né coda di cui in fin dei conti sfugge il senso. Il vero umorismo latita, i personaggi son solo macchiette di dubbio gusto e si arriva alla fine stremati.
Calvagna tenta la strada della commedia strampalata e qualche buona idea c'è. Ma ad affondare il progetto è la solita scelta insensata di proporsi anche come protagonista (e voce narrante) oltre alla povertà generale di mezzi. Davvero dura resistere già dopo i primi minuti (la trashissima canzoncina, la lite con i transessuali), il resto del film scorre discretamente ma come già scritto pesa la performance di Calvagna, non certo eccezionale come attore (e dire che nel cast qualche buon nome c'era...). La regia è tutto sommato buona, ma non basta...
Calvagna in veste one man show offre momenti di cinema trash straordinario soprattutto nello sconclusionato e surreale citazionismo, spaziando da Arancia meccanica a Il cacciatore con irrisoria facilità. Qualche spunto comico è decente, purtroppo il nostro non possiede alcuna ars comica evidente, soprattutto nella pessima padronanza dei tempi. Sperandeo, Garrone e Bernabucci sono alquanto sprecati. Forse se Calvagna si occupasse della sola sceneggiatura forse non demeriterebbe più di tanto. Solo per amanti del genere.
Commediola modesta, sia per la regia e il montaggio sciatti che per una sceneggiatura puerile che tocca vette trash incredibili (come la sequenza del cinese). Calvagna attore non regge la scena e come autore non indovina un solo momento interessante. Qualche piccolo sorriso arriva dalle partecipazioni di Garrone e Bernabucci, ma non bastano a giustificare la visione. Brutte anche le musiche.
Commedia di Calvagna che tenta di fare di necessità virtù e gira quasi tutto il film in un appartamento per contenere le spese. La storia è comunque troppo esile per reggere un film intero e la sceneggiatura, pur con qualche scena piuttosto azzeccata, resta piuttosto piatta e non riesce a coinvolgere più di tanto con la monolocation che non aiuta. Regia superficiale e confezione arrangiata completano un quadro non esaltante in cui i pochi momenti divertenti sono frutto dell'esperienza di alcuni grandi caratteristi coivolti nel progetto (Garrone, Sperandeo, Bernabucci). Guardabile.
MEMORABILE: Sperandeo che si autocita fra i grandi cattivi del cinema; "Tu sembri appena uscito da un film di Verdone" (Calvagna a Bernabucci).
Stefano Calvagna HA RECITATO ANCHE IN...
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Ho visto questa "grandiosa" opera.Grande Disorder che non si lascia sfuggire alcuna opera veramente importante. Non posso che concordare sul tuo giudizio: Calvagna come assoluto protagonista è una scelta alquanto controproducente. Un saluto!
DiscussioneDisorder • 13/02/12 13:37 Call center Davinotti - 380 interventi
Didda23 ebbe a dire: Ho visto questa "grandiosa" opera.Grande Disorder che non si lascia sfuggire alcuna opera veramente importante. Non posso che concordare sul tuo giudizio: Calvagna come assoluto protagonista è una scelta alquanto controproducente. Un saluto!
Attendo il commento allora!
Confesso che Calvagna è uno dei miei personali "pallini", è uno dei pochi registi italiani che tenta di fare qualcosa di diverso e di dire qualcosa coi suoi film. Le sue pellicole sono sempre dedicate a problemi reali, e questo basterebbe a renderle perlomeno degne di nota.
Però qualcuno glielo dovrebbe dire, che non sa recitare!
Altro attore palermitano presente nel cast ( oltre a Sperandeo e Benigno), è Salvatore Termini , quì nelle parti di un poliziotto. L'attore è quello a sinistra guardando il fotogramma
La figurina che il legale di Stefano (Calvagna) brucia per ripicca, è l'ex portiere Francesco Antonioli proprio ai tempi in cui militava nella Roma nella stagione 1999/2000. Grazie a Fedemelis per i fotogrammi.