Agguato sul Bosforo - Film (1969)

Banalissimo film di avventura con sfumature gialle, diretto male dal non proprio eccellente regista sardo Batzella. A parte i bellissimi paesaggi turchi, ancora salvi dal caotico turismo odierno c'è davvero poco da salvare, il cast è buono (nella parte di uno dei cattivi anche lo stesso Batzella) ma la sceneggiatura è da buttare via, in alcuni momenti non si capisce un tubo. Mediocre e confusionario.

Film d'avventura scombinato e frettoloso, interessante esclusivamente per il modo in cui Batzella inserisce all'interno di un tipico canovaccio spionistico (il solito microfilm segretissimo) intermezzi da peplum (la corte di Lorenzon con danze sensuali e incontri di lotta) azzardando un tasso di violenza superiore alla media degli esemplari di entrambi i filoni. Cast modesto con tre protagonisti (uno è Alfredo Rizzo, ricordato più per le commedie) poco credibili nei panni di eroi e uomini d'azione.

Delirante, scalcagnatissimo avventuroso di Batzella (con però momenti da sandalone alla Tanio Boccia!) dal cast increscioso (Rizzo con parrucchino osceno, Osiride Peverello, Mimmo Poli, Dakar in gran vista... ) girato e montato talmente male e in assoluto spregio della continuity da risultare a tratti imperscrutabile. Uno dei prodotti più vicini al cinema turco mai realizzati nel nostro paese. Quindi a suo modo gustoso.

La vicenda intreccia i consueti fili spionistici (microfilm, diamanti, anelli...) con suggestioni più risalenti, che rimandano la mente a scenari da peplum. A ciò si aggiunge anche una vena sadica di non poco conto, con sevizie sanguinose a far capolino nella parte centrale del film. Le location hanno un certo fascino ma deficitari sono il ritmo troppo lento e la scelta degli attori. Ciò malgrado, gli affezionati alle bizzarrie italiane del periodo non resteranno totalmente delusi...

Quasi un capolavoro di comicità involontaria, con ambientazioni contemporanee che ogni tanto lasciano il posto a un Livio Lorenzon vestito come lo era nei film mitologici, scene d'azione che rasentano il ridicolo e un finale con voce fuori campo che poteva essere preso pari pari su "Alto gradimento". E Alfredo Rizzo criminale con parrucca bionda è da lacrime agli occhi.

Per essere un film di Batzella va rilevato che almeno è stato girato tutto ex-novo e non utilizzando spezzoni di suoi film precedenti come spesso avveniva. Ciò detto non si segnalano altri meriti, visto che si tratta di uno spy rozzo e confusionario con un intreccio quasi al limite dell'incomprensibile, girato e montato in modo rudimentale e con una prestazione attoriale modestissima, ad eccezione di Lorenzon immerso in una fantasiosa scenografia da peplum. Notevole campionario di belle donne che, in linea con lo spirito del film, appaiono e scompaiono senza alcuna logica.

Tre uomini si mettono alla ricerca di un microfilm dov’è impressa la mappa per giungere a una favolosa miniera di diamanti grandi come arance; ma dovranno passare attraverso dolorose, indicibili torture. Film sgangherato, senza un protagonista bello e impavido, come nella migliori tradizioni “Bond” e per di più noiosamente complicato. Le vere scene girate a Istanbul sono poche, mentre quelle di un minimo di interesse si concentrano nei primi e negli ultimi cinque minuti.