40 days and nights - Apocalisse finale - Film (2012)

40 days and nights - Apocalisse finale
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Con un titolo che richiama immediatamente la Genesi e il diluvio universale, Peter Geiger dirige per la Asylum un catastrofico in economia che come d'abitudine abusa clamorosamente della computergrafica iniziando subito col sommergere il Sahara: un gruppo di ragazzetti in jeep se la sta spassando quando il cielo si scurisce e un mare d'acqua li travolge. In una base di Los Angeles si sta intanto costruendo una delle gigantesche arche destinate a salvare alcuni di noi assieme al DNA di molte specie quando si capisce che il tempo previsto per completare a dovere il lavoro non c'è. Inoltre i tecnici non sembrano dei più affidabili: John (Carter), il progettista della speciale turbina cui sarà affidato...Leggi tutto il motore dell'arca, appena prova a testarla la manda in fumo; sua moglie Tessa (Keena), biologa, spedita a recuperare da un treno deragliato sulle montagne i codici genetici che erano loro destinati, arrivata lì perde un tubo per strada, fallisce un salto di non più di 30 cm e riporta in sede tre cadaveri d'api. Non bastasse lo sfacelo, un tecnico della base avverte la moglie di dirigersi verso Saint Louis dove in gran segreto è stata allestita un'altra arca spiegandole di non dirlo a nessuno: la donna si presenterà lì insieme a un gruppo di mille persone! Inconvenienti inevitabili, si dirà, ma la castroneria dell'intero gruppo di lavoro di Los Angeles (che opera all'interno di un gigantesco plumcake attrezzato ad hangar) è tale che riesce veramente difficile capire come possano pensare di far funzionare la loro arca. Però hanno risorse mica male, a considerare l'incredibile dialogo durante una veloce riunione del team di lavoro: “A che punto siete con la costruzione?” “Mancano ancora la schermatura in metallo, gli interni, il montaggio del propellente e anche le turbine ovviamente”. Un autentico disastro, a quanto parrebbe, ma a sorpresa il caposquadra aggiunge alla conferma una frase illuminante: “Il progetto verrà completato questa mattina signore”. Una presa in giro? Chissà. In realtà i tempi s'allungano e l'inondazione incombe insieme a tempeste, fulmini, pioggia e quant'altro. Per fortuna dei nostri siamo pur sempre in un film; quindi, nonostante la palese inettitudine, non si perdono d'animo e – c'era da dubitarlo? - riusciranno nell'impresa. Qualcuno morirà sul campo, qualcun altro in modo ridicolo ma alla fine questi maldestri Noè del 2000, capitanati da un comandante che in cabina pare quasi sempre assonnato (nemmeno trattiene uno sbadiglio), il loro suppostone di metallo che dovrà portare in salvo 50.000 persone (se se ne vedono una decina è tanto) riescono a tenerlo a galla e a dargli una direzione - non si sa come - con tre velette larghe cinque o sei metri. D'altra parte il realismo stretto non sembra interessare nessuno qui (tantomeno lo spettatore), per cui ci si facciano quattro risate alle spalle di quest'armata Brancaleone in cui la bella di turno non pare esattamente al livello di Meryl Streep ma compensa spingendo in fuori a più riprese il generoso seno coperto da magliette che di tanto in tanto si bagnano senza lasciar spazio all'immaginazione. Le mareggiate fanno il loro effetto (se non ci si lamenta troppo dell'ovvia artificiosità della CGI), le catastrofi non mancano (d'accordo, i grattacieli sono evidenti blocchi di pixel) e nella desolazione di un film che denota i difetti tipici della Asylum almeno non ci si annoia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/03/20 DAL DAVINOTTI
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Pigro 8/11/20 11:05 - 9666 commenti

I gusti di Pigro

Diluvia e gli americani costruiscono arche di sopravvivenza. Il film è pasticciato e fa acqua (è il caso di dirlo) da tutte le parti: soggetto sciocchino, sceneggiatura kitchissima, effetti speciali fintissimi, logica (scientifica, narrativa... qualsiasi) andata in fumo, ogni singola trovata che oscilla tra la cialtronata e la parodia involontaria. Almeno il ritmo (serrato) è davvero buono e aiuta a tenere lo spettatore incollato... anche per scoprire cosa possa mai riservare la sequenza successiva. Spudoratamente scombiccherato.

Rigoletto 9/01/22 13:29 - 1786 commenti

I gusti di Rigoletto

Al di là dell'impegno profuso dal cast (senza raggiungere alte sfere) il film è troppo azzoppato nella sceneggiatura. Siamo quasi al punto di mischiare il più inverosimile possibile tanto per tirare avanti. Decisamente un prodotto poco appetibile nel quale la noia non regna sovrana soltanto perché il ritmo vorticoso, caratteristicha comune ai film di questo genere, lo rende molto veloce in un turbinio di sequenze chiassose ma vuote. Non ci siamo.

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