27 down - Film (1974)

Un ragazzo, seguendo la tradizione di famiglia, comincia a lavorare sui treni. Qui incontrerà la donna che lo farà innamorare; ma il padre ha in serbo per lui altri progetti. Accompagnati dall'incessante suono del treno che sferraglia, possiamo ammirare la vita tormentata di un impiegato delle ferrovie nell'India degli anni Settanta. Ogni viaggio del protagonista è un approfondimento dell'anima, che combatte incessantemente una lotta tra il desiderio dell'amore totalizzante e la volontà di non deludere la propria famiglia. Delicato e allo stesso tempo molto drammatico.

Un film introspettivo e poetico che esplora la vita di un giovane indiano che tenta di sfuggire alle norme sociali e abbracciare i propri desideri e valori (le stazioni ferroviarie diventano una metafora della vita con un inizio e una fine prevedibili e lineari). Sanjay è un sognatore ad occhi aperti e come ogni bambino assorbe completamente il contesto in cui cresce; scoprire nella figura umana una fissazione ispirata all'arte greco-romana. Una persona tenera e nobile il cui amore finisce per essere prigioniero del sistema sociale e culturale in cui vive.

Sanjay ricorda la sua vita fatta di sogni infranti e rinunce a causa di un padre padrone. Ritratto di un India in cui a pagare il fio alla sottomissione genitoriale, non sono solo le donne ma anche gli uomini. La storia, che si dipana attraverso una struttura narrativa dominata dai flashback, è interessante e sa intrigare ed avvincere al punto giusto lo spettatore. Certo, la sceneggiatura manca di guizzi che lascino un vero segno nella memoria, ma non ci si annoia mai. Anche la forma non si imprime nella memoria ma è buona, così come buono è il risultato finale.