"La stanza delle meraviglie di Guillermo del Toro" episodio per episodio

13 Dicembre 2022

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di La stanza delle meraviglie di Guillermo del Toro. Chi volesse contribuire commentando un unico e preciso episodio non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero dell'episodio e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


01. LOTTO 36 (Lot 36) Regia: Guillermo Navarro
Soggetto tratto da un racconto breve di Guillermo del Toro
**! Un reduce sbarca il lunario comprando vecchi depositi abbandonati, buttando le cianfrusaglie trovate al suo interno e vendendo invece i pezzi più interessanti e pregiati. Un giorno si imbatte nel lotto del titolo, all'interno del quale trova degli oggetti che si rivelano di grande valore. La serie parte abbastanza bene con questo primo episodio - di stampo satanico - che pur se privo di guizzi registici, fa capire che siamo in una serie in cui non vengono lesinati i soldi: confezioni lussuose, effetti speciali... Buona anche la professionalità del tutto, comprese le buone prove degli attori. La storia però non vola mai alto e non regala mai nemmeno qualche bel guizzo o qualche vera sorpresa. Visto il genere non sorprende nemmeno il finale con tanto di beffa che è "dovuto" ma che qui si rivela comunque piuttosto riuscito. (Cotola)

*** Episodio dalla trama non particolarmente originale ma riscattato dall'ottima interpretazione di Nelson, che tratteggia un personaggio odioso e cinico come pochi. Lo spettatore riesce a odiarlo al punto giusto, arrivando quindi a rendere molto gustoso il finale prevedibile ma beffardo e soddisfacente. La sottotrama horror (perché è chiaro che l'intento è più quello di raccontare una brutta umanità che l'intreccio puramente di genere) è risaputa ma funzionale all'obiettivo finale. Buona la regia. (Rambo90) 


02. I RATTI DEL CIMITERO (Graveyard Rats) Regia: Vincenzo Natali
Soggetto tratto da un racconto breve di Henry Kuttner
** Il lavoro di un tombarolo è intralciato dai ratti che gli rubano i cadaveri e i preziosi oggetti di cui sono adorni. Ma un giorno, oberato dai debiti, il protagonista deve affrontare le sue paure e confrontarsi con i temibili roditori. Diretto e sceneggiato da Vicenzo Natali, anche questo secondo episodio ha il suo punto di forza nell'aspetto visivo, che è molto curato e riuscito grazie a scenografie ed effetti speciali ricchi e ben curati. La storia invece fatica a coinvolgere appieno e non riesce a regalare guizzi o sorprese nemmeno nel finale, che stavolta è ben poco beffardo. Anche in questo caso gli aspetti grandguignoleschi sono ben realizzati e fanno il loro lavoro riuscendo pure a disgustare, soprattutto chi non apprezza i roditori. (Cotola)

*** Bellissima ricostruzione d'epoca, aiutata da una fotografia cinematografica (che in qualche modo sembrano riportarci all'atmosfera di alcuni classici Dickensiani), per un episodio puramente horror. Non ci sono particolari sottigliezze a livello di sceneggiatura, se non la voglia di gettare il protagonista in una serie di peripezie sempre più assurde tra ratti giganteschi (che ricordano un po' la breve storia di Stephen King all'origine di "La creatura del cimitero") e addirittura resurrezioni mummifiche. Gustoso per gli appassionati del genere, con un buon ritmo e una messa in scena degna di nota, anche se senza vere impennate. (Rambo90) 


03. L'AUTOPSIA (The Autopsy) Regia: David Prior
Soggetto tratto da un racconto breve di Michael Shea

**! Un medico patologo deve svolgere l'autopsia sui cadaveri di alcuni minatori a seguito dello scoppio di uno strano oggetto. L'esame autoptico rivelerà più di una sorpresa. Chi cerca effetti speciali grandguignoleschi e un po' disgustanti troverà pane per i suoi denti, in questo terzo episodio. Ma ancora una volta a non reggere bene è la storia, che crea poco mistero e coinvolgimento nello spettatore. Anche il finale, che vorrebbe essere beffardo, non lo è poi così tanto. Nulla da dire invece sulla confezione, che conferma ancora una volta il gran dispiego di mezzi. "Lussuosa" anche la partecipazione di Francis Murray Abrham tra i protagonisti. (Cotola)

**! Episodio che parte bene con una certa atmosfera gialla e misteriosa ma che a lungo andare diventa leggermente prolisso, soprattutto quando appare chiara l'identità dell'uomo su cui va effettuata l'autopsia. Si può comunque godere della presenza di un grande attore come Abraham che dà un certo tono all'insieme e di un finale anche stavolta beffardo che fa scattare un sorrisino automatico di soddisfazione in chi guarda. La confezione è sempre pregevole con una gran dose di particolari sanguinosi che ricordano alcuni episodi della saga di "Saw". Non male. (Rambo90) 


04. L'APPARENZA (The Outside) Regia: Ana Lily Amirpour
Soggetto tratto da un fumetto online di Emily Carroll

*! Chi bella vuole apparire, un poco deve soffrire, dice il vecchio adagio che sembra calzare a pennello per questo episodio tratto da un fumetto online di Emily Carroll e girato da Ana Lily Amirpour che torna all'horror al femminile. Peccato lo faccia con una storiellina scontatissima dalla morale ancor più scontata, sebbene si salvi all'ultimo momento almeno dal tracollo totale con un epilogo fortunatamente "scorretto", visti i presupposti. Stavolta non ci si può beare nemmeno di una forma particolarmente scintillante, ma comunque buona, sebbene funzionale al narrato. Anche gli effetti speciali, altrove copiosi, qui latitano. Quasi pessimo. (Cotola) 

**! Episodio diverso dagli altri. Siamo in un contesto che ricorda in parte l'episodio de "I racconti della cripta" con Demi Moore, con la protagonista disposta a tutto pur di apparire bella come le sue colleghe. Dura un po' troppo considerata la trama prevedibile e ripetitiva, ma la regista sa comunque creare aspettativa e la protagonista è molto brava, in grado con la sua performance di reggere il gioco anche nei momenti meno interessanti. Atmosfere meno dark rispetto ai precedenti, anzi si può dire che qui regna un certo tono grottesco più che orrorifico. (Rambo90) 


05. IL MODELLO DI PICKMAN (Pickman's Model) Regia: Keith Thomas
Soggetto dall'omonimo racconto di H. P. Lovecraft

** Un pittore inizia ad essere perseguitato dai dipinti lugubri di un suo collega, dipinti che sembrano causare anche una serie di malsani avvenimenti. Si riconosce la penna di Lovecraft alla base di questo episodio e le atmosfere tornano ad essere quelle dark e sanguinolente dei primi episodi. Manca però completamente di tensione e alla lunga stanca, visto che il giochino si ripete sempre uguale. Peccato perché Barnes e Glover hanno le giuste facce per i rispettivi personaggi e si contrappongono bene come facce della stessa medaglia. Ci sono un finale molto cattivo per gli amanti del genere, una giusta confezione ma poco altro. (Rambo90) 

*! Tratto dal celebre racconto di Lovecraft e forse proprio per questo ancor più deludente. Ciò soprattutto perché la storia fa acqua da tutte le parti: non solo non riesce mai a coinvolgere ma nemmeno a intrigare. Né tanto meno la sceneggiatura è capace di ricreare il fascino e il mistero delle ambientazioni lovecraftiane che qui sono lontane anni luce. Si va avanti senza entusiasmo ma, per fortuna, senza annoiarsi più di tanto. Peccato perché ancora una volta l'aspetto visivo è curato e pienamente riuscito: esteticamente parlando infatti ci si può gustare una bellissima fotografia e qualche divertente effettaccio splatter che fa il suo lavoro. Ma il risultato finale non è all'altezza non solo delle pagine scritte, e ciò ci può stare ed era anche prevedibile, ma nemmeno raggiunge un livello "filmico" accettabile. (Cotola)   


06. I SOGNI NELLA CASA STREGATA (Dreams in the Witch House) Regia: Catherine Hardwicke
Soggetto dall'omonimo racconto di H. P. Lovecraft  

**!  Parte molto bene con un prologo spiritistico, prosegue anche meglio con un cresciuto Rupert Grint che va in giro in cerca di una vera medium che lo metta in contatto con la sorella morta, salvo trovare solo cialtroni. Poi, da circa metà, la confusione cerebrale di molti racconti di Lovecraft ha la meglio e ci si perde e annoia un po', tra sogni poco chiari e visioni mostruose. L'interpretazione del protagonista è convincente e la regia di Catherine Hardwicke è forse migliore di tutte le sue cinematografiche. Nell'insieme, non male. (Rambo90) 

* Ancora una volta un episodio tratto da Lovecraft. Qui però il risultato è persino peggiore del precedente segmento. Colpa di una storia incapace di avvincere e coinvolgere seppure minimamente nonostante le pagine scritte non mancaserro certo di forza emotivo-narrativa. All'inizio sembra di essere solamente dinanzi a un modesto prodotto tv ben confezionato, poi gli scricchiolii sentiti fin lì si fanno roboanti e fragorosi facendo implodere su se stessa questa fragile "casa televisiva". A far deflagrare il tutto è il topo parlante antropomorfo, una delle cose più trash e ridicole viste negli ultimi anni. Anche le altre creature e tutta l'ultima parte dell'episodio non scherzano. Spaventa sì e fa venire gli incubi, ma per la bruttezza. Dimenticatevene, se ci riuscirete. (Cotola) 


07. LA VISITA (The Viewing) Regia: Panos Cosmatos
Sceneggiatura non basata su precedente fonte

** Cosmatos è l'autore che porta più freschezza in questa antologia, almeno a livello stilistico. Le immagine sature, luminose e piene di fleur sono una boccata d'aria rispetto alle atmosfere quasi sempre goticheggianti o comunque molto cupe dei precedenti. Il setting qui è nel 1979, dove uno spettrale Peter Weller raduna quattro persone per motivi sconosciuti. Intrigante anche se molto verboso, ma sopportabile perché ci si aspetta un colpo di coda. Che arriverà puntuale ma risultando estremamente deludente e per niente spiegato. Non male a livello di dialoghi; bravo Weller, ma la sceneggiatura crolla lasciando perplessi. (Rambo90) 


08. IL BRUSIO (The Murmuring) Regia: Jennifer Kent
Soggetto tratto da un racconto breve di Guillermo del Toro

** La prima cosa inspiegabile è il titolo. Per tutto l'episodio si fa riferimento al mormorio (quello che la coppia di protagonisti registra di specie rare di uccelli che studiano per mestiere) e poi la traduzione decide che il titolo sia "Il brusio". A parte ciò è l'episodio meno interessante del lotto. Fin dall'inizio si capisce dove si andrà a parare e di horror c'è poco. Certo la donna sente voci di persone defunte ma quello che preme alla regista è di affrontare il tema del lutto, della perdita e delle sue conseguenze. Nessun colpo di scena quindi, nessuno spavento, e anche la confezione qui è corretta ma senza personalità (che invece tutti gli altri episodi avevano, nel bene e nel male). Ben recitato ma mediocre, per una chiusura in sordina di una serie che non ha forse mai raggiunto le vette auspicate. (Rambo90) 

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