"Per la serie bellissimi...": potrebbe regolarmente iniziare così la presentazione di questo drammatico (e quindi romantico) film, tratto da un romanzo, dove due giovanissimi ragazzi, di estrazione sociale diversa, si scelgono e si sposano per poi scoprirsi definitivamente appena sei ore dopo il matrimonio. Trattenete il fiato e raggiungerete il giusto acme negli ultimi 20' ad alta gradazione di pathos. I protagonisti ci sanno fare e in tutti i vari flashback narrativi mostrano il loro lato adulto attraverso una recitazione assolutamente matura.
La prima notte di nozze di due giovani sposi, molto innamorati ma anche molto inesperti e sessualmente inibiti... Nel tentativo difficile di tradurre in immagini il bellissimo romanzo breve di McEwan, Cooke se la cava piuttosto bene nella prima parte, anche se l'innesto dei numerosi flashback non appare sempre fluido, ma convince poco nella seconda, in cui i toni si fanno melodrammatici e si sfiora il ridicolo involontario. Anche l'evoluzione del personaggio maschile appare troppo repentina e l'epilogo nel segno del rimpianto è compromesso da un pessimo trucco di invecchiamento.
Difficile trasporre in immagini un romanzo come quello di McEwan in cui la componente psicologica è così preponderante. E il regista Cooke infatti fa quel che può, non raggiungendo risultati ragguardevoli nonostante a sceneggiare sia lo stesso scrittore inglese. Sceneggiatura che pecca soprattutto nell'inserimento dei tanti flashback che sono sì funzionali a capire il carattere dei due protagonisti, ma spezzano inesorabilmente la tensione narrativa legata al momento clou. Tra l'altro la maturazione psicologica dei due personaggi è troppo frettolosa. Finale amarissimo. Trucco pessimo.
Scrittore raffinato e profondo, difficilmente “trasferibile” sullo schermo, McEwan è autore del romanzo da cui è tratto questo film, nonché sceneggiatore dello stesso. L’adattamento può dirsi riuscito con qualche riserva. Una prima parte soddisfacente e una seconda meno spontanea (finale compreso), con più di un limite nella scrittura del personaggio maschile. Bravissimi e ben scelti i due attori, buone ambientazione, fotografia e colonna sonora.
Trasposizione impegnativa dal libro di McEwan, con una prima parte estenuante, esageratamente lenta e densa di flashback. I due attori fanno del loro meglio per esprimere i blocchi psicologici che condizionano i loro primi approcci col sesso. Tra le delicate pieghe dello sviluppo narrativo alla fine si arriva a dimostrare quanto l’orgoglio e l’immaturità maschile di fronte al sesso possano condizionare le scelte di una vita.
Una brava violinista e un brillante studioso di storia vivono un amore intenso ma condizionato da paure e rimpianti. Tratta dal romanzo di Ian McEwan, è una pellicola stilisticamente ammirevole, diretta con attenzione al dettaglio e con diverse sequenze che esaltano bei paesaggi. Però la storia, pur se ricca di emotività, manca di fluidità, anche per il frequente ricorso ai flashback.
Lento, pieno di flashback che interrompono il flusso narrativo (ma che servono per rendere leggermente più vivace il film), diretto con mestiere ma in modo anonimo da Cooke, trova i suoi pregi maggiori nelle interpretazioni (davvero brava la Ronan) e nella bella fotografia degli esterni. La pellicola ci racconta di quanto un insensato senso di orgoglio (misto all'ignoranza in termini di sesso) possa sconvolgere la vita dei protagonisti. Prodotto ben realizzato ma non certo entusiasmante, può comunque meritare la visione.
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Chiedo scusa ai davinottiani tutti ed in particolar modo a Daniela poiché il mio commento a questa pellicola assomiglia molto al suo. Eppure vedendo il film in questione, mi sono venute in mente le stesse considerazioni scritte da Daniela nel suo commento, senza peraltro averlo letto precedentemente. Ovviamente è una cosa che può capitare, specie quando si è cinematograficamente molto affini: l'88% di affinità non è poca roba. Ma stavolta i due commenti sono davvero parzialmente simbiotici.
DiscussioneDaniela • 20/02/20 18:39 Gran Burattinaio - 5925 interventi
x Caro Cotola, è successo più volte anche a me di scoprire di aver involontariamente usato in un commento quasi le stesse parole di un altro davinottiano e, più è alta l'affinità, più il rischio aumenta ;o)
Comunque resto curiosa di leggere il tuo parere.