Doppia colpa - Film (2018)

Doppia colpa
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Spinning Man
Anno: 2018
Genere: thriller (colore)
Note: Soggetto tratto dal romanzo omonimo di George Harrar.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tratto da un romanzo di Matthew Aldrich ("L'impostore - The spinning man"), si nota quanto abbia alle spalle buoni spunti che avrebbero potuto portare a un risultato migliore. Intuizioni non peregrine legate a un inedito approccio filosofico al crimine che aprono a un finale piuttosto inatteso che può spiazzare, per quanto gestito qui senza la dovuta capacità di sfruttarne le potenzialità.

E' un po' il difetto principale di un giallo sui generis che comincia con un mistero al lago (dopo un breve prologo che ci mostra un'anticipazione legata a qualcosa che succederà cinque settimane dopo): una studentessa universitaria scompare e il detective...Leggi tutto incaricato di scoprire cosa sia successo (Brosnan) concentra da subito le sue indagini su Evan Birch (Pearce), professore di filosofia la cui Volvo qualcuno dice di aver visto nei pressi del punto in cui si sono perse le tracce della ragazza. Lui, alla richiesta di poterne controllare gli interni, nega il permesso non facendo che aumentare i sospetti della polizia.

Fin da subito il rapporto tra il detective e il professore diventa centrale, più ancora di quello del secondo con la moglie (Driver), ed è giocato in modo piuttosto maturo sui caratteri dei due, con Evan che accusa problemi di memoria (impossibile non ricordare come Pearce fu il protagonista del fondamentale MEMENTO) lasciando intendere come la sua famiglia (ci sono anche i due figli) si sia spostata da un piccolo paese vicino a Chicago a causa di non chiariti problemi di lui, probabilmente connessi in qualche modo a rapporti avuti con una o più tra le sue studentesse. D'altra parte si capisce come anche nella nuova città più d'una sia attratta dall'attraente professore creandogli scompensi e lasciando tracce facili da individuare per il detective, che non perde occasione per stringerlo d'assedio e interrogare a più riprese lui o sua moglie.

Se insomma la storia utilizza come base un semplice caso di scomparsa, sullo sfondo coltiva l'ambizione di descrivere con toni inusuali il protagonista puntando molto sui suoi problemi psicologici e scavando lentamente in un passato che fatica a riaffiorare con chiarezza. Potendo contare su due ottimi attori come Pearce e Brosnan, entrambi molto calati nei rispettivi ruoli, sembrerebbe normale poter immaginare un thriller teso e avvincente. La regia di Simon Kaijser, invece, smorza ogni entusiasmo: pur corretta nella messa in scena, denota scarsa personalità e si impantana in sequenze che - soprattutto nell'affrontare gli impacci mentali di Evan - si fanno spesso oltremodo farraginose e mal realizzate. Meglio i botta e risposta tra lui e il detective, mentre anche tutti i break in famiglia si rivelano di desolante banalità, con riempitivi (le trappole per topi...) che ben poco aggiungono al tratteggio del singolare personaggio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/12/18 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 17/04/23
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Daniela 21/12/18 13:34 - 12660 commenti

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Quando una studentessa scompare misteriosamente, il principale sospettato è un professore di filosofia con qualche ombra nel passato, una memoria labile, nessun alibi. Mentre un poliziotto lo tampina, anche la moglie comincia a nutrire dubbi... Thriller senza infamia ma anche senza lode: il cast offre una prestazione professionale ma la regia è anonima, il ritmo fiacco, la sceneggiatura non riesce a coinvolgere nonostante la presa di un soggetto tante volte declinato al cinema come quello dell'innocente (o presunto tale) in trappola.

Ira72 29/12/18 22:42 - 1313 commenti

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Verità assoluta o verità percepita? Insomma: il professore di filosofia, senza troppo filosofeggiare, ci fa o ci è? Su questo, sostanzialmente, si basa l’intreccio - incalzante e dal ritmo scorrevole - del film. Ma non solo. Molto interessanti sono anche tutte le altre sfaccettature che coinvolgono il presunto colpevole (o innocente): dalla vita familiare all’ambito lavorativo fino ai rapporti interpersonali, con diversi dialoghi non banali. Pearce regge bene questo personaggio ambiguo e non facile da interpretare. E Kaijser può promettere bene.

Rambo90 6/01/19 02:48 - 7697 commenti

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Parte bene, con una premessa già vista (Harrison Ford docet) ma interessante, a cui si aggiunge la probabile perdita di memoria di cui Pearce è maestro. Peccato che il film poi non vada oltre questa base, declinandosi su ritmi lenti e su un continuo gioco di gatto col topo fatto dal poliziotto Brosnan (bravo) con il protagonista. Lo spettatore più navigato capirà presto che dell'arrosto c'è solo il fumo e il finale delude ampiamente. Mediocre.

Anthonyvm 26/05/19 22:31 - 5686 commenti

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Il building up dell'aura di mistero è molto ben calibrato, fra strutture a flashback, false piste, visioni oniriche (ricordi?) che inducono il pubblico a dubitare della colpevolezza o innocenza dello smemorato per eccellenza Guy Pearce. Ma il gioco dura troppo: ben presto il film si rivela troppo lento, verboso e pretenzioso coi suoi discorsetti filosofici circa la verità o ciò che noi interpretiamo come tale. Ma non sarebbe un problema se i nodi venissero al pettine nel finale: così non è. A fine visione resta un senso di vuoto e di delusione.

Galbo 3/08/20 08:07 - 12392 commenti

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La rete dei sospetti per la scomparsa di una studentessa si stringe intorno ad un professore con ripercussioni sulla sua famiglia. Un film sulla presunta consapevolezza che suscita l’attenzione dello spettatore per l’argomento ma non per il ritmo che è piuttosto blando nonostante la prestazione professionale degli attori, Pearce e Brosnan su tutti, senza tralasciare la brava Minnie Driver. La delusione maggiore però viene da un finale, in parte prevedibile ma gestito senza alcun pathos. 

Ultimo 2/09/21 14:03 - 1655 commenti

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Thriller piuttosto mediocre, che si segue con interesse nella prima parte ma delude le aspettative nel secondo tempo. La prova del cast è discreta, ma la trama non sviluppata a dovere non aiuta ad alzare il voto. Le cose migliori si vedono quando entra in scena Pierce Brosnan, il poliziotto che indaga sulla scomparsa della giovane. Si può guardare una volta, ma non resta impresso a lungo.

Katullo 1/09/21 09:20 - 329 commenti

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Prestante filosofo con cattedra diventa il principale indiziato della scomparsa di una giovane. La boria iniziale dell'uomo gradualmente si sfalda sotto i colpi dell'indagine di un esperto detective, ma anche a causa delle sue apnee visionarie e del suo recente e poco edificante passato. Più giallo morboso che thriller, il film sembra iniziare discretamente, ma poi naufraga nel rapporto di coppia e nella vaghezza, fino al capolinea azzardato e inconcludente . Meglio Brosnan, che ricorda a tratti un Colombo di provincia rompiscatole quanto basta. Pierce batte Pearce, ma niente di più.
MEMORABILE: L'assedio, più o meno mentale, delle lolite sparse nel film come se piovesse.

Alex 64 28/03/23 10:57 - 75 commenti

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Thriller dalla trama prevedibile e per questo volutamente confusa nel continuo gioco dei flashback del protagonista, tale da ingannare lo spettatore che sino all'ultimo si aspetterebbe qualcosa di più pregnante. Il professore e il poliziotto danno vita a qualcosa di vagamente somigliante al Tenente Colombo ma senza insistere più di tanto; il soggetto, pur non originale, avrebbe potuto una volta tanto lasciare i risvolti psicologici e concentrarsi sull'indagine poliziesca che nella cinematografia degli ultimi anni sembra assente da molto tempo.
MEMORABILE: Il professore che non permette alla polizia di controllare la macchina senza mandato.

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