Bobby Deerfield (Al Pacino) è un pilota di Formula 1; corre per la Brabham, a guardar bene la sua auto rossa sponsorizzata Martini, e durante un Gran Premio vede il suo compagno di squadra francese finire centrato da un'altra auto e morire nel fuoco (probabile riferimento alla strana tragedia di Cévert, uscito mortalmente di strada a Watkins Glen 1973 senza che mai se ne siano potuti accertare i motivi). Nell'ospedale svizzero di Leukerbad dove è ricoverato il pilota involontariamente responsabile dell'incidente, Bobby incontra Liliana (Marthe Keller), a sua volta degente lì ma senza che se ne sappia il perché. Tra i due nasce una tenera relazione, anche se il carattere disinvolto e spiazzante...Leggi tutto di lei turba spesso e volentieri lui, più quadrato e dai riflessi mentali un po' lenti (ripete sempre le domande di Liliana prima di rispondere, cosa che risulta abbastanza insopportabile sia per la donna che per lo spettatore). Quando lei torna dallo zio in Toscana (una splendida villa in collina) lui la segue e passeranno insieme ore felici, prima di un finale inaspettatamente drammatico. L'affascinante ambiente della Formula 1 di metà Settanta, filmato in tre o quattro occasioni con riprese suggestive e di grande qualità (ai box, sulla griglia di partenza, in gara con tanto di "cameracar"...), funge purtroppo solo da pretesto per formare il carattere del protagonista, per fornirgli convinzioni precise sulla vita e la morte, perché il film vive principalmente all'esterno, di quel mondo; si svolge tra i verdi paesaggi toscani, a Firenze e negli altri luoghi in cui i due piccioncini - che chiamare così risulta un po' offensivo, viste le ambizioni del racconto - si muovono. Per rifuggire tuttavia la banalità dei dialoghi si precipita nella noia, tra discorsi che non portano quasi mai a nulla e sviluppi della storia che non alterano mai la piattezza del racconto: Pacino appare spesso semicatatonico, con la Keller che lo stuzzica nemmeno troppo amorevolmente ed anzi ne rimprovera la passività. Lui infatti, soggiogato dalla forza d'animo di lei, si lascia trascinare e guidare; vorrebbe indagare meglio sui motivi che hanno portato il suo compagno di squadra a intraversarsi sulla pista causando l'incidente ma non conclude mai, ha un rapporto non del tutto chiaro con la sua fidanzata (alla quale nulla dice della nuova amica) e più in generale non sembra mai davvero padrone di se stesso. Colpevole di uno svolgimento così faticoso è comunque anche la regia compassata di Pollack, più attento ai paesaggi (indubbiamente splendidi) che alla sceneggiatura. Per fortuna c'è qualche vivace caratterista di casa nostra (vedi Romolo Valli nel ruolo dello zio di lei) ed è pur sempre divertente sbirciare tra piloti e auto in pista (almeno per gli appassionati di formula 1); tra di loro compare fugace la sagoma di un giovane Bernie Ecclestone.
In compagnia di un pilota di Formula 1 (Pacino) negli anni 70, alla ricerca delle ragioni della morte in pista di un suo collega, fino a incontrare una donna straordinaria. Viaggio con Pollack centrato sul senso della vita e della morte. Il film risulta un po' datato ma la sceneggiatura è solida e in alcune parti davvero azzeccata. Ottima l’interpretazione della bellissima Keller. Lento ma gradevole, intervalla la narrazione con dialoghi curati ed esterni obiettivamente affascinanti.
MEMORABILE: “Io non ho tempo” ripetuto all’infinito; La scena del letto e dei capelli; Firenze negli anni 70; "Voglio solo stare con qualcuno... tutto qui".
Non il miglior Pacino (né il miglior Pollack) in uno strano film che coinvolge poco lo spettatore. La storia sarebbe anche interessante, ma finisce per incantarsi in un ritmo blando, punti interrogativi (molti) e in dialoghi che, alla lunga, annoiano. Decisamente migliore la prova della Keller, conturbante ed enigmatica creatura in attesa del destino.
Mentre sta visitando in ospedale un collega coinvolto in un incidente, un pilota di formula 1 conosce una giovane italiana. E' inizio di una relazione complicata dal carattere musone di lui e dai comportamenti in apparenza capricciosi di lei... Il mondo della pista si vede poco ma visivamente ci si può consolare con alcune sequenze di splendida ambientazione. Queste però non sono sufficienti a salvare un tiraemolla sentimentale che, prima del prevedibile approdo lovestoryco, si trascina attraverso dialoghi di rara uggiosità. Nel cast, Pacino sembra sedato, Keller è troppo sana.
MEMORABILE: Il volo delle mongolfiere tutte colorate.
Una delusione, questo polpettone diretto da Pollack. Il progetto aveva tutte le carte in regola per essere interessante: un buon regista, Pacino, la bella Marthe Keller, l'ambientazione nel mondo della Formula 1 anni '70 (anche se vengono mostrate sì un paio di sequenze di corsa ma niente di essenziale ai fini della trama). Il prodotto finale è però veramente fiacco: ritmo lento (ma non basta questo per fare un film d'autore...), dialoghi assurdi che diventano presto fastidiosi e recitazione neanche poi così coinvolgente. Certo la cura formale c'è, ma è davvero poco.
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Lo vidi millenni fa in tv. Devo dire che, nonostante che il regista e i protagonisti fossero garanzia di buon prodotto, ne rimasi sostanzialmente deluso. Però è passato troppo tempo e non ricordo molto. Strano che questo film che sia praticamente finito nell'oblio. Bellissima la curiosità curata da Zender. Complimenti.
Ricordo di averlo visto all'epoca in un cinema di Vasto (CH) e che mi piacque in modo moderato.
Una spettatrice che conoscevo manifestò, invece,
una certa delusione. Da allora il film non l'ho più rivisto.
Concordo con Zender: raro un film con Al Pacino (che nel 1977 era già Al Pacino) senza nessun commento dei benemeriti Davinottiani.
Graf ebbe a dire: Chissà...
Rivederlo adesso potrà sembrare un film mediocre..
Sempre un Pollack è (anche se uno dei film che detesto di più in assoluto e La Mia Africa)
Questa volta è colpa di Zendy e del suo specialone se mi accatto il film :D
DiscussioneZender • 14/04/15 18:41 Capo scrivano - 49181 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Graf ebbe a dire: Chissà...
Rivederlo adesso potrà sembrare un film mediocre..
Sempre un Pollack è (anche se uno dei film che detesto di più in assoluto e La Mia Africa)
Questa volta è colpa di Zendy e del suo specialone se mi accatto il film :D Noooo! Buio non farloooo!!! Non voglio responsabilità! Al massimo scriverai una lettera di insulti al Marcel che ne ha parlato per primo, ti darò l'indirizzo di Ca' Davinotti. Grazie Didda e Caesars. in realtà sono curiosità che spuntano qua e là sul davi perché mi piacciono troppo le formula 1 di quegli anni e nei film vengono spesso riprese meglio che in tv.
Zender ebbe a dire: Buiomega71 ebbe a dire: Graf ebbe a dire: Chissà...
Rivederlo adesso potrà sembrare un film mediocre..
Sempre un Pollack è (anche se uno dei film che detesto di più in assoluto e La Mia Africa)
Questa volta è colpa di Zendy e del suo specialone se mi accatto il film :D Noooo! Buio non farloooo!!! Non voglio responsabilità! Al massimo scriverai una lettera di insulti al Marcel che ne ha parlato per primo, ti darò l'indirizzo di Ca' Davinotti. Grazie Didda e Caesars. in realtà sono curiosità che spuntano qua e là sul davi perché mi piacciono troppo le formula 1 di quegli anni e nei film vengono spesso riprese meglio che in tv.
Infatti, se non dovesse piacermi (ma a parte la F1 non mi dispiace il romanticismo seventy, e poi e sempre un Pollack d'annata) indirizzerò lettere di fuoco e insulti alla dimora del Marcel (anche se so, per sentito dire, che fà leggere le missive alla sua segretaria)
DiscussioneZender • 14/04/15 18:59 Capo scrivano - 49181 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Buiomega71 ebbe a dire: Graf ebbe a dire: Chissà...
Rivederlo adesso potrà sembrare un film mediocre..
Sempre un Pollack è (anche se uno dei film che detesto di più in assoluto e La Mia Africa)
Questa volta è colpa di Zendy e del suo specialone se mi accatto il film :D Noooo! Buio non farloooo!!! Non voglio responsabilità! Al massimo scriverai una lettera di insulti al Marcel che ne ha parlato per primo, ti darò l'indirizzo di Ca' Davinotti. Grazie Didda e Caesars. in realtà sono curiosità che spuntano qua e là sul davi perché mi piacciono troppo le formula 1 di quegli anni e nei film vengono spesso riprese meglio che in tv.
Infatti, se non dovesse piacermi (ma a parte la F1 non mi dispiace il romanticismo seventy, e poi e sempre un Pollack d'annata) indirizzerò lettere di fuoco e insulti alla dimora del Marcel (anche se so, per sentito dire, che fà leggere le missive alla sua segretaria) Esatto, la quale opportunamente brucia prima quelle minatorie per non farlo andare su tutte le furie. Ma non è detto, provare non nuoce.