Pazzi in Alabama - Film (1999)

Nell'estate del 1965 un adolescente vive delle strane esperienze in una sperduta cittadina dell'Alabama. Esordio come regista dell'attore Antonio Banderas, Pazzi in Alabama è una discreta commedia che appare riuscita sopratutto sul versante della resa ambientale, con una buona ricostruzione della remota provincia americana di un quarantennio fa. Il film presenta personaggi peculiari e ben caratterizzati e si avvale di un buon cast. Gradevole.

Un ragazzino è testimone del violento razzismo nella profonda provincia americana degli anni 60, mentre la zia uccide il marito e parte per Hollywood per fare la star. Grande exploit per Banderas al suo primo film: una sceneggiatura curiosa nella sua commistione fra analisi sociale e deformazione grottesca della realtà, una originale sensibilità dello sguardo che lo porta a tratteggiare con cura e arguzia personaggi e ambienti, una Melanie Griffith prorompente.

Bell'esordio dietro la macchina da presa per Banderas, che usa la moglie secondo le corde a lei congeniali, cioè la svampita apparente - in realtà sveglissima - che segue l'intelligenza dei sentimenti. Leggero laddove c'è gravità, grave laddove ci sarebbe stato spazio per la leggerezza banale. La commistione tra storia e finzione funziona. Buono, divertente, appassionante.

Atto d'amore di Banderas verso la moglie Melanie Griffith, straordinaria interprete sotto la direzione del marito esordiente dietro la macchina da presa (con risultati decisamente notevoli) di questa black comedy che si divide tra gli scenari del profondo sud degli States e gli sfavillanti set di Hollywood. Oltre ad essere divertente riesce anche a dire cose non banali sul razzismo e sul pregiudizio. Sottovalutato, con una colonna sonora da urlo!