Buiomega71 • 6/10/19 21:24
Consigliere - 27109 interventiDopo essere stato duramente colpito dal fiammeggiante e feroce lavoro winterbottomiano ho recuperato la prima versione cinematografica tratta dal romanzo di Jim Thompson.
Come era prevedibile il film del westerman Burt Kennedy ( ambientato negli anni 70, stesso periodo quando fu girato il film, a differenza del " remake" che trasporta il racconto nei primi anni 50, perciò più aderente allo scritto thompsoniano) è più tradizionale e convenzionale della devastante versione del regista di
Butterfly Kiss, i pestaggi misogini e belluini, quì, si risolvono con qualche schiaffo e pugni che mettono a ko al primo colpo.
Il triste ricordo pedofilo è appena appena accenato, il sadomasochismo e il sesso estremo non sono contemplati, il tutto è riassunto in brevi flashback che sottolineano il disturbo sessuale di Keach, come in qualsiasi altro "psychothriller".
L'insistita e furiosa violenza misogina di Winterbottom è sorvolata da Kennedy che, però, intinge il film in chiaroscuri quasi horror, tra lampi, voci, risatine e sibili che rimbombano nella testa dello sceriffo psicopatico e assassino (impersonato da un ottimo Stacy Keach) e in flashback larvatamente incestuosi virati seppia (beccando la madre a letto con l'amante, gli schiaffoni, la lotta che sfocia quasi in una forzata seduzione incestuosa) e da un finale allucinato e distorto da classico poliziesco (quello così squsitamente delirante di Winterbottom prendeva vie quasi surreali e distruttive che tutto, e tutti, spazzava via).
In linea di massima la storia è quella, ma se Winterbottom è più fedele al romanzo mostrando senza reticenze e peli sullo stomaco la furia omicida e sanguinaria del tutore della legge con la mente devastata tanto da sfiorare l'insostenibile, Kennedy del west rimane su linee narrative più ordinarie e prestabilite, non con qualche guizzo visivo e morboso interessante.
Rimasto inedito da noi.
Kami
Buiomega71