Discussioni su Sorvegliato speciale - Film (1989)

DISCUSSIONE GENERALE

3 post
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  • Gestarsh99 • 27/10/10 12:24
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Mi scuso in anticipo per la digressione ma volevo riprendere una frase di considerazione, tra le tante espresse in merito alla metodologia di giudizio su un film come Il trionfo della volontà, per spostarla esemplarmente su Sorvegliato speciale :

    Gugly ebbe a dire
    anche secondo me estetica ed etica non possono camminare a lungo separate.

    Dato per scontato che quando si parla di etica ed estetica lo si fa sempre in maniera relativa e soggettiva e mai universale ed oggettiva, a mio parere la questione è molto meno filosofica ed assai più "pratica", soprattutto se l'argomento in questione è il Cinema.
    Sorvegliato speciale (come anche altre opere anni '80 più o meno riuscite quali Rambo o Alba rossa) è stato da molti sempre bollato come "film fascista", stabilendo con questa definizione anche un nesso indissolubile col suo valore intrinseco.
    Quello che mi preme specificare è però di stare ben attenti a non giudicare un qualsiasi film in base all'ideologia che esprime o alle tendenze politiche dell'autore stesso, altrimenti si corre il rischio di ridicolizzare quella che tutti noi consideriemo un'Arte, valutandola coi parametri terra-terra degli schieramenti parlamentari , cosa alquanto indelicata e sminuente.
    Se iniziassimo a dividere i film belli da quelli brutti basandoci anche sul fattore politico allora grandi registi come Peckinpah, Friedkin, Milius, Schrader, Cimino, Siegel, la Riefenstahl (la più grande regista donna mai vissuta, parere universalmente diffuso), Germi, Risi, Fellini, Ford, Hawks, Rohmer, Siberberg, Leone (che non era di sinistra, meglio ribadirlo), Carmelo Bene, Sokurov e mi permetto di aggiungere anche Jacopetti e Castellari , tutti questi dicevo finirebbero irrimediabilmente sulla lista nera degli indesiderati.
    Un'assurdità bella e buona !

    Nessuno nega ad esempio che Sorvegliato speciale sia un remake in salsa reaganiana di una pietra miliare come Fuga da Alcatraz di Siegel, e che sia un film di puro intrattenimento "sudore&muscoli", però non vedo cosa possa valere nel giudizio del film l'ideologia sotterranea presente.
    Negli anni '80, il miltarismo di stampo repubblicano aveva pesantemente influenzato il Cinema action dell'epoca ma ciò non vuol dire che le pellicole toccate da questa visione bellico-pragmatica fossero tutte delle cialtronate. A film di livello bassino come Commando o i ChuckNorrisMovies corrispondevano altre opere tecnicamente eccellenti e di grande impatto come l'Aliens di Cameron ed il Predator di McTiernan, ossia dei signori CULT INTRAMONTABILI (oltre che ottimi prodotti).
    L'ideologia era la stessa, il livello qualitativo era invece molto differente.

    Chi dice di amare la Settima Arte non può pretendere di valutare un film seguendo schemi appartenenti alla misera politica (a mio modesto parere una "dottrina" agli antipodi del concetto di "artistico").
    Azzardando un discorso per assurdo sarebbe come voler valutare un quadro di Picasso o di Braque coi parametri della geometria o della grafica assonometrica...
    Un qualcosa che va al di la del ridicolo (in)volontario.

    Quando personalmente guardo una pellicola non sto tanto a badare se l'autore o uno degli attori sia iscritto o no ad una formazione politica a me affine, mi interessa invece coglierne l'originalità, le citazioni, le influenze, i rimandi, la composizione delle inquadrature, la qualità della recitazione, la logicità della sceneggiatura, il coinvolgimento emotivo.

    Qualcuno potrebbe anche trovare scontate e risapute queste mie riflessioni ma ho sentito il bisogno di ribadirle ugualmente.
    Ultima modifica: 27/10/10 12:25 da Gestarsh99
  • Disorder • 27/10/10 13:50
    Call center Davinotti - 380 interventi
    Gestarsch88 ebbe a dire:

    Azzardando un discorso per assurdo sarebbe come voler valutare un quadro di Picasso o di Braque coi parametri della geometria o della grafica assonometrica...
    Un qualcosa che va al di la del ridicolo (in)volontario.

    Quando personalmente guardo una pellicola non sto tanto a badare se l'autore o uno degli attori sia iscritto o no ad una formazione politica a me affine


    Non mi sembra tanto assurdo come discorso anzi,quello di Picasso è un ottimo esempio.
    Negli anni 70 (ma ne conosco alcuni della mia età che fanno lo stesso!) c'era chi non ascoltava Lucio Battisti perchè si diceva fosse di destra. Ammesso che lo fosse (Mogol dice di no) che diamine c'entra con la musica?
    La parola "fascista" si usava e si usa tutt'ora con troppa leggerezza.

    A me personalmente basta che non ci sia vera apologia e che il "gioco" sia in qualche modo dichiarato. Se vedo un film di Chuck Norris so bene chi è e come la pensa,e so già che vedrò russi,cubani,vietnamiti o arabi tutti sporchi e cattivi. Siccome i suoi film mi piacciono,li guardo e mi diverto pur avendo opinioni diametralmente opposte.

    Mi da invece molto fastidio quando il film si da toni di serietà e fedeltà storica,pur infilando falsi storici o boiate una dietro l'altra:mi ricordo ancora che dopo la visione di "Pearl Arbour" c'era gente che diceva "però,che stronzi questi giapponesi!".
  • Raremirko • 1/09/14 01:57
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Nel film c'è pure Danny Trejo