Il Dandi • 15/06/11 15:15
Segretario - 1484 interventiUnica opera all'attivo di tale
Lucio Marcaccini (realmente esistente o pseudonimo di qualcuno?), che firma sceneggiatura e regia di questo singolare connubio tra cinema contestatario post-sessantottino e poliziottesco.
Del resto è ovvio che fosse proprio il poliziesco, per sua natura, il genere predestinato a sdoganare la novità del tema-droga al pubblico italiano. Spesso con occhio moralista e sensazionalista, a conferma dei pregiudizi dello spettatore adulto dell'epoca sui pericoli del mondo giovanile contemporaneo.
A costo anche di incorrere in grossolane assurdità (l'associazione tra eroina e sesso, buchi inframuscolari anziché endovenosi, terroristi che si drogano per darsi coraggio di agire) che solo la generalizzata ignoranza sull'argomento poteva consentire.
Tuttavia non sarebbe esatto liquidare Roma drogata come un qualsiasi poliziottesco: il personaggio del commissario (Bozzuffi) non arriva mai a diventare protagonista nell'economia del racconto, e conserva caratteristiche (di garantismo e di "pietas") molto diverse dai suoi colleghi alla Merli, più vicine all'illuminismo del Di Leo scerbanechiano (si veda il cazziatone ai genitori per bene). L'adesione (fin dal titolo) al filone poliziottesco è quindi evidentemente sovrapposta, non sappiamo se per furbo ammiccamento dell'autore o per imposizione della produzione.
Che dire della visionaria (e incredibilmente lunghissima) scena del
bad-trip, contrapposta a battute quali
"vorrei della droga" -"non è facile, non la trovi mica agli angoli delle strade" ?! C'è un contrasto evidente, tra l'aspirazione a uno status "maledetto" e i limiti di un linguaggio che non riesce a compiere lo scarto desiderato; tra velleità giovanilistiche e l'impossibilità di descrivere un mondo sconosciuto senza inciampare in ridicolaggini. Insomma, come disse F. Di Leo a proposito del suo
Avere vent'anni, il classico "film fatto per i giovani, ma che i giovani rifiutarono".
Mala fede incurante o buona fede ignorante?
Resta, nel bene e nel male, uno dei titoli più paradigmatici del rapporto tra droga e cinema italiano.
Bullseye2
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