Buiomega71 • 22/07/24 10:39
Consigliere - 27246 interventi The strangers alla boscaiola,
Serrador nel sottobosco californiano (lei è incinta, non a caso),
Walter Hill in un tranquillo (apparentemente) weekend di caccia.
Sulla falsariga di
Eden Lake, ma meno spietato e viscerale del modello inglese, un survivor movie bello teso, ansiogeno e ben costruito (notevole la lunga fase preparatoria dove si entra in sintonia empatica con i tre protagonisti, sul modello
Wolf Creek, tra tensioni seduttive, agghiaccianti resoconti sulla guerra in Afghanistan-la donna data alle fiamme, per divertimento, da due soldati- e la storia della dea Artemide che beffa l'orso), impreziosito dalle meravigliose location nature californiane e dal possente score carpenteriano di Alexis & Sam (soprattutto sui titoli di testa).
E tra parchi giochi abbandonati, musei della natura, malmessi gabinetti chimici, GPS, rocce da scalare e smile sorridenti come inquietanti firme sui tronchi d'albero, comincia la grande caccia all'uomo , la pericolosa partita, messa in piedi da feroci ragazzini
interceptoreschi in BMX, specie di
Goonies (guarda caso, uno dei tre, soffre d'asma e usa l'inalatore) votati totalmente al male e mossi dal semplice gusto nell'uccidere.
Cani impiccati, le X pittate sulla fronte, la trappola con le bottigliette d'acqua appese e la tagliola, ferite alla testa ricucite in fretta e furia, corpi gettati nei cassonetti, coltellate (mai voltare le spalle al carnefice tramortiro, prima assicurati che sia morto), fucilate e il mutare della bravissima e intensa Wrenn Schmidt da potenziale selvaggina a
risoluta guerriera che sembra uscita da un viet-movie (i bengala, il fango, l'acquitrinio melmoso, gli agguati silenti) fino alla suggestiva chiusa, dopo la piccola apocalisse, che cita l'iconico gesto
bronsoniano.
Dio mio, gli ho fatti fuori tutti , diceva Dustin Hoffman in
Cane di paglia, e per il suo secondo film, l'attore Christopher Denham, inscena i giochi della morte con sagacia e lodevole gestione della suspence, glissando su splatter e frattaglie, ma rimarcando la totale assenza di umanità dei giovani assassini (la telefonata della mamma, nel bel mezzo delle sevizie, vale più di geyser di sangue da gole recise).
Nulla di nuovo nel reparto sopravvivenza, i meccanismi sono quelli che ormai conosciamo bene, ma la defibrillazione non molla mai la presa, i colpi crudeli vanno a segno e la Schmidt è una final girl coi controcosi.
Praticamente passato inosservato (nemmeno una rivista specializzata come
Nocturno le dedica due righe) e malamente distibuito
Merita un recupero, non fosse altro per la Schmidt ricoperta di escrementi e sangue, dove la furia della sopravvivenza e la violenza che chiama altra violenza le cambia pure i connotati fisionomici.
Game over.
Buiomega71, Teddy
Herrkinski, Pesten, Lupus73
Pumpkh75, Hackett, Taxius