Discussioni su L'ultimo inganno - Film (1993)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/05/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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  • Non male, dopotutto:
    Buiomega71
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Rambo90

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 18/05/20 10:04
    Consigliere - 25998 interventi
    Atipico e lunatico gangster movie proveniente direttamente dal nipotino di Coppola (e fratello di Nicolas Cage), che intinge la solita storia di truffe, raggiri, brutti ceffi, femme fatale traditrici e spizzichi e bocconi del noir anni 40 (nei suggestivi tagli di luce della bellissima fotografia di Maryse Alberti), con una puntatina nella commedia nera/surreal coeniana quando impazza sullo schermo un'incontenibile e strabordante Nicolas Cage (con nasone finto e risibile parrucca tamarissima), costantemente sopra le righe in un delirio di turpiloquio e schizofrenia paranoica psicotica, misto tra i gangster schizzati scorsesiani e i personaggi borderline tarantiniani.

    La famiglia Coppola si allarga, e a Christopher non le si può negare un gusto barocco e pulpesco per la messa in scena (dove ha il tempo per omaggiare pure lo zio con il ventilatore di Apocalypse Now e Biehn sdraiato sul letto), di un cinema notturno e filtrato da una vena strampalata e bizzarra (a cominciare dal tratteggio dei personaggi loschi che gravitano nella malavita di Santa Monica), dove gestisce con arguzia il pazzesco cast a sua disposizione.

    Qualche scena violenta (l'olio bollente e la faccia ridotta ad un colabrodo, la resa dei conti dell'ultimo inganno) e un twist in chiusura a suo modo sorprendente e inaspettato, con la giostra che ricorda il finale di Coraggio...fatti ammazzare.

    Tra le figure inquietanti (e poco raccomandabili) che popolano la notte di Santa Monica da segnalare un gelido Charlie Sheen con unghia del mignolo nosferatuesca e cicatrice che le solca il viso, dandi "spaccone" al tavolo da bigliardo che cita Mark Twain e filosofeggia, e la puntata nell'horror con la mostruosa figura di Angus Scrimm, signore delle tenebre con una terribile "mano di forbice" granghiesca al posto della mano (creata dal grande Todd Masters) che vive in un antro che pare quello di Fantasmi (sul suo tavolo c'è pure una sfera), collezionista di diamanti tanto spettrale quanto inquietante (praticamente rifà il suo Tall Man di coscarelliana memoria, contorniato da massaggiatrici orientaleggianti e guardie del corpo) e la zia Talia Shire nei panni di una barista avida e disonesta (il braccialetto).

    Strane e misteriose dame in nero velate che posano fiori su una tomba, stati onirici sul complesso di colpa, ricordi materni con velati cortocircuiti edipici, James Coburn che si sdoppia in due stile fratelli Mantle e sexy biondine ingannatrici alla stregua dei grandi classici americani del noir.

    Pecca un pò nell'eccessiva stucchevolezza dei dialoghi (come la fastidiosa voce narrante di Biehn) che rallenta il ritmo (ma quando c'è in scena Cage non c'è ne per nessuno) e nell'indecisione di Coppola su che strada prendere realmente (noir, commedia, poliziesco, gangster movie, dramma esistenziale, pulp, infino l'horror).

    Ma è innegabile che in casa Coppola il talento sia quasi naturale, e il corpulento Chris, comunque sia, ne abbia abbastanza per mettere in piedi uno sgangherato "truffa movie" con momenti deliziosi che vanno a segno e un gusto personale assai eccentrico e niente affatto banale.

    Curioso che ci siano fazioni che lo bollano come un trashone assoluto, chi come un guilty pleasure e chi come un piccolo cult incompreso.

    Io stò nel mezzo, tendente più al guilty pleasure (il Mereghetti lo bolla come "film brutto ma divertente"), imperfetto e correggibile in parecchi punti, ma pervaso da una vitalità e da una stravaganza non comune, e soprattutto (e già questo le fa guadagnare punti) da una personalità registica che lascia il segno.

    La sola performance di un invasato Nicolas Cage (che gioca in casa) meriterebbe la visione.
    Ultima modifica: 18/05/20 19:28 da Buiomega71