Discussioni su Kill list - Film (2011)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Gestarsh99 • 1/01/12 13:26
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Un thriller britannico ottimamente strutturato e dagli evidentissimi echi cinefili, in massima parte concentrati nel durissimo e laconico epilogo.

    Personalmente auspicherei con ardore un'uscita in sala anche da noi.
    Il film la meriterebbe appieno.
  • Schramm • 1/01/12 13:31
    Scrivano - 7694 interventi
    Sarò forse l'unico a storcere la bocca. Ok è diretto con gusto, il ragazzo è bravino (considerata anche la povertà di mezzi), la tensione -sebbene intermittente- non scarseggia, ma al netto della techné vogliamo dirne un paio sulle voragini clamorose del plot? O anche solo sul semplice fatto che il problema di un film simile è che dopo mezzora sai già quale sarà lo snodo conclusivo?
    Srpski? Dai, non scherziamo. A parte un dettaglio di trama appiccicato con lo sputo o un canovaccio che può ricordare la situazione di Milos non gli è parente in niente (non tanto/solo per la risaputa sfacciataggine grafica, ma anche e soprattutto a livello tecnico, interpretativo, rappresentativo, di scrittura scenica, stilistico ed emotivo: tutt'altra pasta dimensione spessore presa)
    Il guizzo che fa impennare il film sopra la media di un comune thriller discreto non ce lo vedo.

    E poi la scrittura, appunto, che è il deficit cardinale di un film la cui trama va intuita con un certo sforzo (non a livello di sinossi, ma del perché le cose accadono). Vengono prima accumulati e poi tralasciati a bella posta elementi narrativi che paiono risolutivi e determinanti ai fini della comprensione di quanto accade. Si spaccia la confusione per mistero, tutto accade perché sì, d'amblé, e viene il sospetto che quello che sembra un lavorare per sottrazione non sia altro che un'incapacità di scrittura mal dissimulata. Che è poi quanto fa franare tutto. Vieni preso al lazo nelle singole situazioni, ma non ti senti minimamente coinvolto per le sorti del protagonista. E quanto ti resta alla fine, più del clamore per il bolliano omicidio a martellate (che si è quasi tentati di applaudire, dato che i sicari vengono dipinti come netturbini della peggio feccia dalla ferrea morale), sono interrogativi inerenti le voragini di script. Per dire, la sospetta setticemia non curata che tuttavia sparisce la scena dopo; perché il protagonista si ritrova repentinamente contro i committenti; che diamine occulta il tanto chiacchierato file di kiev; qual è il senso ultimo della virata wickeriana; su quali criteri è fondata la congrega? ripulire il mondo da cosa? tutti elementi che esplicitati -senza per forza essere urlati e sgomitati- avrebbero reso questo film un maglio capace di neutralizzarti. messa così abbiamo di fronte un regista che non è un cane, belle sequenze, buona suspence finale, ma un'economia dell'insieme narrativo insipientemente gestita. Per me, perplessità batte entusiasmo 10 a 1.
    Ultima modifica: 1/01/12 13:33 da Schramm
  • Gestarsh99 • 1/01/12 13:38
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    A serbian film era una pellicola sin troppo ambiziosa e boriosa, seppure girata benissimo.
    Io preferisco il silenzio e l'umiltà del qui presente prodotto.

    P.S.: L'omicidio a martellate in Seed era una burinata al computer davvero risibile, io non la paragonerei alla brutale scena presente in Kill list.
  • Schramm • 1/01/12 13:54
    Scrivano - 7694 interventi
    Non confonderei comunque, come scrivevo primanzi, il lavorare sul non detto con il non saper raccordare, scrivere, affabulare.
    Non sono acritico su Srpski: è un'opera imperfetta e difettosa sulla quale ho anche cambiato 1000 volte prese di posizione (e questa è una grandissima forza per un film), ma che volente o nolente ti resta tatuata dentro una volta che la affronti (a me ne è bastata una, ancora la ricordo come fosse ieri). Ti lascia a rimuginare sull'attrito tra forme e contenuti, sull'ambiguità del costrutto (sincera allegoria ingenuamente e immaturamente urlata o sfacciata paraculata?), soprattutto non ti si stacca di dosso e se non altro ha dalla sua una sceneggiatura che per banale che sia (lo è), non muore sepolta sotto le macerie della logica.
    Non posso fare altrettante considerazioni per/su Kill list, che comunque per me non è in quasi nulla paragonabile a Srpski, a parte un paio di convergenze sinottiche.

    E' in finale un discreto prodotto, ma inizia e finisce con la sua visione senza lasciare nulla di che.

    Sono se mai curioso di vedere cosa lo ha preceduto, quel down terrace che pare muoversi sugli stessi binari, in chiave un po' più ridanciana.
    Ultima modifica: 1/01/12 13:58 da Schramm
  • Gestarsh99 • 1/01/12 14:51
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Ti dirò, il film di Spasojevic non mi è rimasto dentro più di tanto: secondo me sfarzo formale ed estremismo grafico possono andar bene per un esercizio di stile o tutt'al più per un horror visionario, non certo per insinuare anamnesi pseudo-ideologiche sulla natura dell'uomo, sul sangue versato in Serbia, sul radicamento del male che resiste anche dopo la fine degli orrori di guerra.

    Per restarmi impressa la violenza deve essere sporca, voyeuristica, calata in un contesto il più possibile libero da fronzoli estetici e scintillanti. Ad esempio, due film come Salo' e Cannibal holocaust, ognuno nel suo alveo specifico, sono difficilmente eguagliabili.


    Per tornare a Kill list e agli accostamenti dei miei "mi ricorda", è chiaro che facevo riferimento ad alcuni momenti ben precisi e circoscritti (questo vale anche di più per The wicker man).

    Poi credo che gli aspetti del film in cui hai ravvisato una certa fumosità ambigua e mal interpetabile (in senso di incapacità di scrittura) siano solo dovuti ad una plausibile volontà di non rivelare troppo, probabilmente in previsione di un eventuale sequel (ipotesi soggettiva trapelata da alcuni particolari notati durante il film, uno su tutti la rapida occhiata sorniona che il predicatore della tavolata lancia di sguincio al protagonista prima di imbracciare la sua temibile chitarra salvifica).

    Sottolineo che ciò che più mi ha preso del film non sono tanto le ultra-violenze prezzolate quanto la cruda rappresentazione di un tran-tran familiare normalissimo, fatto di furibonde scenate casalinghe ed istantanee riappacificazioni surreali, come pure il rapporto amicale tra i due compagnoni protagonisti, a base di bisbocce, lazzi goliardici e baruffe manesche.
  • Schramm • 1/01/12 15:29
    Scrivano - 7694 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    Poi credo che gli aspetti del film in cui hai ravvisato una certa fumosità ambigua e mal interpetabile (in senso di incapacità di scrittura) siano solo dovuti ad una plausibile volontà di non rivelare troppo

    no no magari si trattasse di ambiguità. sono proprio sfondoni, crepacci di script. c'è modo e modo di trasfigurare, dissimulare e celare le cose, e c'è un abisso tra il saper elidere e il farlo involontariamente, tra il saper creare mistero e rovinare in un confusionario pasticcio narrativo mangiato dalle tarme.
    quell'infezione che scompare improvvisamente, avallata da due frasi sibilline alla vicinadicasadeinlandempire (ma senza un velo del senso dell'allucinazione, dell'incubo, dello straniamento, del delirio a occhi aperti) la dice già lunga su quanto la sceneggiatura sia raffazzonata. lo vedi setticemico la scena prima, va da un nonmedico che gli dice "scurdimmoce o passat" e la scena dopo è rimesso a nuovo. ma che modo di raccontare è? non mi instilli mistero, ma solo irritazione.
    e questo è solo uno degli almeno 20 esempi che potrei chiamare in causa. e taccio sul cambio di registro finale, davvero attaccato con lo scotch.

    per me è comunque insensato, al di là di quelli che sono i rispettivi valori ed esiti finali dei film, mettere vicini spasojevic e wheatley. indubbiamente quest'ultimo ha un paio di dettagli di trama che ricordano quelli di serbian -e mal gli incoglie, ché subito si brucia ogni sorpresa- ma sono due opere che viaggiano su due orbite antipodiche.

    Comunque se per colpirti la violenza "deve essere sporca, voyeuristica, calata in un contesto il più possibile libero da fronzoli estetici e scintillanti", allora non capisco come possa averti colpito quella algida, secca, laccata di un film esteticamente scintillante come questo, che di un salò o di un ch non ha manco lo sporco sotto l'unghia del mignolo e che per me resta buono tecnicamente ma fallace narrativamente.

    a questo punto ti consiglio down torrace, perché vi ritrovi accentuati gli elementi che ti hanno fatto apprezzare kill list
    Ultima modifica: 1/01/12 15:37 da Schramm
  • Gestarsh99 • 1/01/12 21:54
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    ...Comunque se per colpirti la violenza "deve essere sporca, voyeuristica, calata in un contesto il più possibile libero da fronzoli estetici e scintillanti", allora non capisco come possa averti colpito quella algida, secca, laccata di un film esteticamente scintillante come questo...

    No, per carità, non è che aborro i film violenti troppo formalistici e ricercati, ciò che non mi piace assolutamente è rinvenire in queste stesse opere un tentativo di discorso alto e meta-testuale.
    Queste velleità intellettuali le apprezzo solo laddove c'è realismo visivo e sporcizia estetica.
    Kill list è un prodotto stilisticamente assai curato (senza eccedere sino ai piani lustrati di A serbian film) ma non si erge a grillo parlante della coscienza umana e/o sociologica, ecco perchè ha fatto breccia nel mio gradimento.
  • Schramm • 2/01/12 12:32
    Scrivano - 7694 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire:
    ...Comunque se per colpirti la violenza "deve essere sporca, voyeuristica, calata in un contesto il più possibile libero da fronzoli estetici e scintillanti", allora non capisco come possa averti colpito quella algida, secca, laccata di un film esteticamente scintillante come questo...

    No, per carità, non è che aborro i film violenti troppo formalistici e ricercati, ciò che non mi piace assolutamente è rinvenire in queste stesse opere un tentativo di discorso alto e meta-testuale.
    Queste velleità intellettuali le apprezzo solo laddove c'è realismo visivo e sporcizia estetica.
    Kill list è un prodotto stilisticamente assai curato (senza eccedere sino ai piani lustrati di A serbian film) ma non si erge a grillo parlante della coscienza umana e/o sociologica, ecco perchè ha fatto breccia nel mio gradimento.


    nel rispetto assoluto di gusti e preferenze, osserverei però che una tirata moralista resta tale al di là del contenitore in cui essa è confinata. non credo cioé che un cannibal holocaust sia meno ipocrita di uno srpski solo perché veicolato da uno stile sporco verista e artificiosamente antiestetico che scimmiottando il linguaggio e i codici del mondomovie arriva a batterli sul loro campo, specie in termini di autoindulgenza.

    parimenti, se a serbian film avesse beneficiato/risentito di una realizzazione pur volutamente mediocre e povera, lo si sarebbe liquidato e archiviato col vomito alla bocca al pari di uno snuff 102 che a parte il gratuito shock a bella posta non ha niente da dire/dare. invece proprio il fatto che sia filtrato da una forma in doppio petto (qualcuno lo ha sagacemente definito "un 8mm diretto da noé") e da un pur banale e ambidestro discorso teorico e metastorico sul Male, lo rende trasversale, ancipite, multistrato, sfuggente, repellente e affascinante a un tempo, ti chiedi se oltre l'urlo "I'm the shocker number one" ci sia di più o se è un "questo è quanto e tante grazie". è un jolly vincente, che ha fatto e farà sempre parlare di sé, nel bene e nel male (proprio come deodato). personalmente riesco a essere concorde sia con chi lo incensa che con chi lo abbatte, e credo che questa, oltre ad essere una reazione che un'opera suscita assai di rado, sia una valenza che la rende singolare, curiosa e molto forte.

    di contro un salò, che ha un peso specifico ideologico, morale, politico, metastorico micidiale non è meno grillo parlante di uno spasojevich, ma lo è solo per chi pasolini l'ha ben metabolizzato e compreso (cosa peraltro non facile dato che amava contraddirsi ogni 5 minuti ed essere infedele a ogni linea). fallo vedere a uno spettatore incolto e dimmi se ne coglierà la levatura intellettiva e allegorica.

    in buona sostanza dubito che un KL, che non offre nemmeno uno sguardo controverso e teorico sul Male, ma resta arroccato al genere, passerà alla storia. per me resta un buon thriller in giacca e cravatta, ancor più buono per i puri di sguardo, ma la sua bontà tecnica è superata da una narrazione aborracciata che lo sgretola.

    ti confermo infine che down terrace si direbbe la prova generale di KL. stessa struttura a blocchi scanditi dalle didascalie biancosunero.
    Ultima modifica: 3/01/12 12:39 da Schramm
  • Kanon • 22/01/14 13:18
    Fotocopista - 832 interventi
    Visto ier sera su rai4. Una mattonata di palle. Una fatica tremenda per reggerlo e tutto per ritrovarmi con quella svaccata parte finale che nonostante tutto m'ha ridestato dal torpore.

    Felicidad per rai4; un canale da tenere sempre più sott'occhio. Oltre a "Kill list" mi ha permesso di visionare anche "El aura" (pur se niuno dei suddetti film m'abbia smosso un sopracciglio che sia uno).
  • Ruber • 23/01/14 00:21
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Visto ier sera su rai4. Una mattonata di palle. Una fatica tremenda per reggerlo e tutto per ritrovarmi con quella svaccata parte finale che nonostante tutto m'ha ridestato dal torpore.

    Felicidad per rai4; un canale da tenere sempre più sott'occhio. Oltre a "Kill list" mi ha permesso di visionare anche "El aura" (pur se niuno dei suddetti film m'abbia smosso un sopracciglio che sia uno).


    Confermo in TOTO tutto il commento di Kanon che ci e andato anche buono, io avrei detto di peggio del film in questione.
  • Buiomega71 • 9/09/17 10:23
    Consigliere - 25933 interventi
    ATTENZIONE AI POSSIBILI (E INEVITABILI) SPOILER

    Eccerto che se ne esce dalla visione frastornati e confusi, come se Wheatley abbia disseminato, lungo tutta la narrazione, una serie di puzzle buttati a casaccio, e tu li devi mettere insieme, dare una libera interpretazione del tutto (le interviste allo stesso Wheatley, poi, smentiscono o gettano ancora più ombre), dopo quel finale che è un pugno nelo stomaco, di rara barbaria, brutalità, ferocia, visceralità che , mi sà, mi resterà dentro per un bel pò. L'incoronazione di un nuovo messia, il percorso già segnato di un prescelto (il patto di sangue iniziale non è messo lì a caso), un iter incubotico e allucinato, che parte come un film di Ken Loach, diventa una specie di gangster movie intimista e freddo, e sfocia nella fiaba nerissima, nell'arcaico, nell'allucinato, nell'incubo più torvo e spaventoso, tra suggestivi e terrifici sabba , fiaccolate notturne improvvise (credo che Wheatley abbia firmato la riunione settaria più evocativa e inquietante degli ultimi anni), sino allo scontro con "il gobbo", che (spoilerate citando A Serbian Film a parte) arriva come una fucilata appena Jay, trionfante, toglie il lenzuolo e quel sogghigno al sangue del "perdente" ti scombussola i visceri e l'anima, gelandoti il sangue nelle vene.

    La setta cercava un nuovo leader, il disegno era già prestabilito (Fiona marchia il retro dello specchio con un simbolo pagano-o satanico?-, il destino di Jay è già segnato), la prova finale e stata superata, la setta gioisce per il loro nuovo "re", un re dalla corona di paglia, nell'ultimo, terrificante, sacrificio finale.

    Una sitcom che più realistica non si può (beghe familiari, problemi economici), discesa all'inferno punitivo, nei meandri sudici, sordidi e "giustizialisti" che stanno tra Hardcore e 8mm, per finire in un mix allucinato tra The Wicker Man e In corsa con il diavolo (non prima di fuggire tra tunnel murati, inseguiti da affiliati che sembrano avere poco di umano, in una claustrofobia ferina non dissimile da quella di The Descent), ad una consegna di ruoli e un incoronazione che marchia e suggella una ritualità di passaggio di rara crudeltà e barbaria primitiva che resta impressa a vita.

    Teste sfondate a martellate, vittime devote e felici di morire (grazie) filmini pedopornografici, facce spatasciate che nemmeno in Irreversible , gatti impiccati, ragazze sacrificate previo impiccagione, svisceramenti a coltellate, ghignate sanguinolente e quasi "beffarde" (o di soddisfazione), passaggi dovuti, già scritti, inevitabili.

    Wheatley parte sardonico , colpisce duro e dà una diversa rappresentazione del cinema settario e del "satanic movie" (se di "satanic movie", poi, davvero si tratta)

    Se all'inizio ti chiedi se serva tutto quel concentrato familiare di bisticci e bollete da pagare, di cene alla Invitation e di Jay che mangia il coniglio che le ha procacciato il gatto, che poi, a pensarci bene, glie lo ha davvero procacciato il gatto? Insomma, altre domande e dubbi, che aprono pertugi inquietanti su altre domande e altri dubbi,su pezzi di un mosaico che prende sempre più forme "mostruose" e "apocalittiche", come una Matrioska che smonti e rimonti senza vederne il fondo (i continui tasselli importantissimi, come se Wheatley ti dia indizi continui, anche nelle più piccole cose), poi si comincia a essere inquieti, sempre di più e si alza la guardia, e capisci (almeno, la mia libera interpretazione, perchè, grazie a dio, Wheatley non dà bislacchi spiegoni , ma lascia aperta la tua mente, ti costringe a macchinarci sù, sei tu che devi decifrare il rebus) o forse no, o magari anche. Perchè una semplice infezione potrebbe essere il marchio del dannato/prescelto, o un medico, al posto di curare la ferita, se ne esce con strane e inquietanti elucubrazioni filosofiche e , infine, Fiona (che di lavoro fà la "tagliateste" licenziando il personale in esuberbo nelle aziende) sorta di sacerdotessa che, guarda caso, diventa amica intima della moglie di Jay (il lavaggio del cervello è auspicabile), e così tutto torna (o quasi) e collima come puzzle a incastro (forse)


    Jay è feroce e si scatena in furie scorsesiane, Jay non è credente, Jay và fino in fondo e non ha paura di nulla, Jay potrebbe essere il nuovo "messia", e forse già lo e, ma nè lui (nè noi) ce ne rendiamo ancora conto

    Avvolto dalla fredda fotografia di Laurie Rose e accarezzato dallo score minimale e sibillino di Jim Williams, Kill List è forse uno dei film più originali e incubotici che ho visto ultimamente, che son sicuro ci tornerò su mentalmente lungo questa settimana

    Forse imperfetto (vero che dopo un pò diventa un tantinello noioso, soprattutto nella vita quotidiana/casalinga di Jay), ma di gran suggestione (il prefinale con la cerimonia) e di rara spietatezza

    La pura fascinazione del male (nel senso più terso del termine) che ghiaccia il sangue come pochi sanno fare.

    Un viaggio disturbante nell'animo più oscuro e contorto che fà ben pochi sconti e ti resta marchiato addosso.

    Sposo in toto la tesi di Gianluca Rinaldi

    ATTENZIONE AI MEGASPOILERONI

    https://pianetacinemablog.wordpress.com/2014/11/11/kill-list-di-ben-wheatley-2011/
    Ultima modifica: 9/09/17 16:46 da Buiomega71