Buiomega71 • 23/08/12 10:15
Consigliere - 25998 interventi L'ESTATE FRANCESE IN NERO
Inizia come il classico film dell'Albertone nazionale, con le battute tormentone tipo:"Ammazza ahò" o "Ahò e ch'è" "Mortacci tua stì cazzi" ecc...
Pian piano però si ammanta di grottesco, per poi sfociare nel nero più nero.
Ci sono momenti di pochade e situazioni da commediaccia scollacciata (la figlia del fattore, le due "belle di giorno" in guepiere, gli schiaffetti al cardinale, la domestica di Consuelo Ferrara che prima invita Sordi a casa sua -dove la trova che si è appena fatta una dose di ero e delira come se fosse posseduta-, poi le si infila nel letto con la scusa del quadro da stimare) e non tutte vanno a segno.
Ma dopo alcuni segnali disturbanti messi lì non a caso da Mocky, il film sprofonda nel sordido e nel morboso, nel gretto dei meandri della pedofilia più insistita e laida.
Mocky non ha remore: mostra la piccola Cathy che posa a seno scoperto per Sordi (un mix tra l'angelico e il malizioso morboso, una via di mezzo tra Eva Jonesco e Nicoletta Elmi), che civetta e gioca a fare la donna adulta, confessando che le piacciono gli uomini più grandi perchè "
sono tutti dei porci".
Non da meno la sua amichetta, che in auto con Sordi le mostra il suo seno appena sbocciato, accompagnata da una frase inquietante e piuttosto equivoca "
Anche mio padre dice che ormai sono diventata una donna", e Sordi tentenna...Sarà poi la stessa ragazzina a negare il fatto davanti al commissario di polizia, mentendo spudoratamente, dicendo che Sordi le ha "
aperto la camicetta"
Quello che stupisce in Mocky non e tanto il lato pedofilo e lo stupro con assassinio della piccola Cathy, ma come mette sono una luce maliziosa e morbosa le ragazzine, invidiose, cattive, piccole donne in miniatura (per dirla alla Henry Miller), che "giocano" provocando gli adulti, civettando pericolosamente fino alle estreme conseguenze, in netto e stridente contrasto con le loro voci angeliche nel coro della chiesa.
Cosi come la confessione di Noiret (assassino pedofilo suo malgrado) che dopo una surreale battuta di caccia al cinghiale, confessa a Sordi l'ignobile delitto :"
Non vedevo più una ragazzina, ma una donna capisci? Una donna! E ho perso la testa!" E Sordi lo comprende pure, confessando che anche lui, alla vista delle "zinnette" dell'amichetta di Cathy ne e stato attratto e turbato.
Questo è quello che Mocky sbatte in faccia senza tanti complimenti.
Non per nulla mi e venuto alla mente, nel corso del film,
Chi l'ha vista morire?, per la morbosità pedofila che attanaglia tutto il film, la borghesia che copre e omette le malefatte di uno dei suoi membri, il coro delle voci bianche delle ragazzine, l'atmosfera invernale e plumbea.
C'è una sequenza, poi, che sfiora l'orrore grottesco, tra Bunuel, Borowczyk e
La corta notte delle bambole di vetro. Il coro delle bambine nella villa di Noiret, tra sguardi lascivi e occhi umidi di lussuria dei vecchiazzi (tra cui il cardinale) che le ammirano mentre cantano, quasi a succhiarle la vita, a bramare quei corpicini, come la setta "rubava" la vita ai giovani per "ringiovanirsi" nel capolavoro di Aldo Lado.
Finale disperato e beffardo, tra giustizie sommarie, testimonianze taciute, falsi alibi per coprire lo schifo commesso dalla borghesia e l'innocente che finisce sulla forca .
Più francese che italiano nell'assunto, anche se Mocky si avvale di un cast tecnico tutto italiano, Sergio D'Offizi alla fotografia, Piero Piccioni alle musiche, Carlo Leva alle scenografie e sceneggiatura scritta, oltre che da Mocky, da Augusto Caminito, Sergio Amidei, Rodolfo Sonego e Sordi stesso.
La provincia chabroliana ,per Mocky, e un coacervo di serpi e istinti perversi e il lato da commedia lascia subito il posto alla morbosità , al sordido (e non perchè c'è Sordi) e al nero più nero.
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