Buiomega71 • 11/05/15 20:47
Consigliere - 27535 interventiVediamo cosa abbiamo quì
Jorg Buttgereit (bellamente remarkato senza pudore), Luigi L'Atomico visto da Takashi Miike (più o meno), il Lucio Fulci dello
Squartatore di New York, i caviar tedeschi editi dalla
Barracuda, bagni tra blatte, bagarozzi, vermi da far impallidire José Mojica Marins, L'Upson Pratt romeriano e il Terence Winkless di
The Nest messi insieme, la paura dei pagliacci come se non bastassero
Mysteria,
Fear of Clowns e
It.
Sei episodi (ma sarebbe meglio dire "videoclip") che sondano le perversioni più ributtanti e schifose, senza alcun dialogo , sottolineati da pezzi d'opera classica (e quì l'effetto straniante e disturbante più riuscito del film), un
Sexandroide in versione arty e lussureggiante, tra Roger Fratter e un porno tedesco, ma ricercato nella fotografia che regala inusuali tracce argentiane
Stophilia/Incest Sulle note della
Gazza Ladra (ah, povero Alex!)
Due sorella (una vestita da dominatrix, l'altra su una sedia a rotelle con la particolarita dell'eterocromia) e un fratello mezzo scemo si cibano di ogni frattaglia umana, dai cervelli ai fegati, per poi brindare d'urina (offerta dalla sorella mistress). L'anima sozza di Luigi L'Atomico (quì quasi in versione Vogue) fà da patron al baccanale cannibalico/incestuoso/sadomaso.
Forse (ma dico forse) l'episodio migliore. ***
Piediophobia/Cheidolagnia Sulle note del
Requiem in D minore
Un pedofilo (che sbava letteralmente al parco, quando vede passare una bambina), ossessionato dalla bambole e dalle Barbie, tortuta e uccide una prostituta che pare uscita da un film porno, con modalità pressapoco simili al massacro Daniela Doria nello
Squartatore fulciano, per poi finire con la pussy squartata in due come un tacchino nel giorno del ringraziamento (questa volta a insegnare Zora Kerowa, ancora dallo
Squartatore fulciano). Vige lo stile di un Andreas Bethmann, ma supportato da una fotografia baviana piuttosto ricercata. **
Coprophilia/Kismaphilia Sulle note di Preludio della Suite per violoncello (ebbè, il suo effetto comunque lo fà)
Una coppia copula e dipinge (sic!) col sangue e con le proprie feci. Una versione "colta" (insomma) e arty dei caviar tedeschi distribuiti dalla
Barracuda (a me , però, pareva nutella). Che defecassero davvero ho i miei seri dubbi. Nostalgia per la montagna di stronzi (non in senso lato) di Pasolini. Mi sfugge il senso del segmento e avrei evitato il cagnolino che và a ca***e (visto il tema) con terrificante primo piano. Per coprofili. *!
Formicophilia Sulle note del Bolero
Se Gerard Damiano ficcava il
Bolero di Ravel in quasi tutti i suoi lavori, quì Fennert mostra un avvenete fanciulla che prima si trastulla con piume e pizzi, poi si immerge in una vasca piena zeppa di blatte, scaraffoni e vermi (veri) raggiungendo uno stato orgasmatico. C'è da dire che per chi non sopporta gli insetti se li sentirà correre lungo la pelle, quando la bella fanciulla si fà bellamente scorrere su ogni centimetro di epidermide ogni tipo di schifosa blatta. Pure Marins con le sue tarantole non era mai arrivato a tanto. Forse l'episodio più disturbante e davvero ripugnante , in barba al povero Upson Pratt romeriano. Astenersi entomofobi. ***
Necrophilia Sulle note della Sonata al chiaro di luna
Una donna non più giovane si reca dalla cartomante, poi rientra a casa , si spoglia, rimane in intimo, scopre il lenzuolo del letto e sotto c'è il cadavere putrescente del marito. Ci infila un fallo di gomma e si lascia andare a fellazzi febbrili sino all'orgasmo. A parte il sentore malato (quasi degli ultimi Fulci) altro non e che un remake/omaggio al
Nekromantic buttgereitiano. Ma la granny che ciuccia il fallone gommoso in groppa al cadavere maleodorante del marito defunto, il suo porco effetto sozzo lo fà, anche se derivativo. **!
Globophobia/Coulrophobia Sulle note di Piano concerto N°1 in B-Flat minore
Forse l'episodio con un barlume di "cinema", dove un pornofilo (con evidente erezione brassiana) e ossessionato da un figuro vestito da clown tra palloncini colorati. Omaggio baviano e onirismo claustrofobico, con elementi del nostro glorioso thriller settantiano. Versione quasi "porcacciona" di
Fear of Clowns
Insomma, la nuova frontiera del cinema extreme, in versione Vogue.
A questo punto vorrei vedere il suo regista , Alexander Fennert, alla prese con un film a soggetto (perchè il gusto estetico non le manca), e lasciare questi estremismi a un Vogel o a un Valentine (di cui le assonanze non sono poi così distanti). Da quanto leggo in giro avrebbe in mente una trilogia sull'ippocampo, su qui questo sarebbe il primo.
Tra i produttori figura il nostro Luigi Pastore (
Come una Crisalide)
Buiomega71