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Discussioni su Doctor Sleep - Film (2019)

DISCUSSIONE GENERALE

3 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Il ferrini • 6/11/19 10:34
    Formatore stagisti - 116 interventi
    Segnalo l'opinione di King sul film:

    https://twitter.com/StephenKing/status/1187127715708715009

    anche se il nesso con Le ali della libertà francamente mi sfugge.
  • Raremirko • 27/12/22 21:18
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Seguito del film di Kubrick (e non di quello di Garris), con sequenze copiate, ma comunque suggestive, ed un discreto cast; 150 minuti che non stancano (ma che non sono neanche così vivaci, però), per un sequel che la butta più sul mistery/esoterico rispetto a Kubrick, e per di più l'hotel si vede poco.

    Più che sufficiente, e non credo si potesse comunque fare di meglio, sia tecnicamente, sia come script.
  • Buiomega71 • 16/11/24 11:09
    Consigliere - 27326 interventi
    Flanagan della necrosi spettrale,  come in Oculus, di fantasmi marcescenti con le mosche sugli occhi, Flanagan della pedofilia (la ragazzina quindicenne , coi superpoteri, al cinema a vedersi Casablanca con il suo "predatore" abbordato sul web), un gruppo di nomadi affamati (capitanati dalla ferina e glaciale Rebecca Ferguson, malvagissima strega dell'Ovest) di ragazzini e di "luccicanza" (crudeli e dal sentor di stupro di gruppo i feroci pasti a base di vapore estratto dalla bocca della piccola vittima), che finisce in una sparatoria nel bosco con suicidi indotti alla Villaggio dei dannati.

    Flanagan prende il romanzone di King e ne cambia le traiettorie, si ricollega al monumento kubrickiano, rifacendone magnificamente le stesse scene (Danny con triciclo per i corridoi dell'Overlook, il colloquio tra il dottor John e Danny in ufficio, Wendy, il labirinto, la scalinata, Jack Torrence che diventa Henry Thomas), a volte sfiorando la pacchianata/fantasy (il volo notturno alla Mary Poppins di Rose), omaggia il finale in caldaia/esplosiva dello Shining prettamente kinghiano, si autocita nel Gioco di Gerald con la mano di Rose scuoiata, prende derive azzardate da cinecomics , fruga nel fetore necroforo (il dissotteramento del ragazzino che butta vermi), chiede a Robert Kurtzman di creare spettri visceralmente andati a male (l'iconica vecchia decrepita che esce dalla vasca da bagno), gli occhi bianchi di Sentinel, le possessioni diaboliche di Amityville Possession con ascia in mano.

    Ma la magnificenza decadente di riverberi terrifici arriva quando Danny e Abra si recano, in una notte buia e senza stelle, alle pendici dell'Overlook, appolaiato, come una balena arenata, in cima ai monti del Colorado (il viaggio tenebroso ripreso dall'alto, dove tuona minacciosa l'overture shininghiana). Quello che succede dopo è davvero una spendida festa di morte, dove Flanagan risveglia i "cannibalici" fantasmi kubrickiani, facendoli uscire dalle scatole della mente di Danny, che si avventano come zombi (o come i manichini di Maniac) sulle loro vittime, assaporandone l'essenza della luccicanza e divorandoli, in 20, eccezzionali, minuti dove l'atmosfera putrida dell'Overlook sprigiona tutta la sua devastante potenza incrancrenita e deteriorata, riportando lo spettatore a quelle sensazioni di paura e angoscia del capolavoro kubrickiano (le gemelline, Grady, "Gran bella festa, vero?", Jack Torrence al bar, Redrum, la porta sfondata, Wendy chiusa in bagno terrorizzata, il fiume di sangue che esce dall'ascensore sotto gli occhi di Rose, Midnight, the Stars and You, tutta la parte nel labirinto e poi fuoco e fiamme gotico/purificatrici).

    Lesa maestà a parte, il sequel di Shining è un tour de force orrorifico che (ri)conferma il talento di Flanagan per le storie di fantasmi (Oculus) e forse l'autore che è più affine col Re di Bangor (Il gioco di Gerald), che in 153 minuti mette insieme predatori di ragazzini, toccanti trapassi (gli anziani che stanno per esalare l'ultimo respiro nella casa di riposo, assistiti dal Doctor Sleep di Danny), scriteriati magazzini della mente (L'acchiappasogni?) e l'ultima parte che è una gioia per gli occhi e per le sensazioni fiabesco/overlookiane/orrorifiche.

    Gustosisisima, poi, l'ultima scena che chiude il film (e la porta) e che segna il passaggio di consegne della luccicanza per tenere lontano le presenze terrifiche dell'Overlook.

    Comprensibile che possa respingere i puristi, ma , per il sottoscritto, un gran bella sinfonia dell'orrore degna erede dell'opus di sua maestà Stanley Kubrick.
    Ultima modifica: 16/11/24 13:50 da Buiomega71