Buiomega71 • 11/10/16 22:29
Consigliere - 25387 interventi* Gli
sceneggiatori Robert Benton e David Newman scrissero la sceneggiatura di
Gangster Story sull'onda dell'entusiasmo della "novelle vague", soprattutto dopo aver visto
Jules e Jim e
Tirate sul pianista, partendo già dal presupposto che il film che stavano scrivendo sarebbe stato diretto da Truffaut stesso.
*
I due sceneggiatori, tramite Helen Scott (che aveva già aiutato Truffaut per il suo incontro/intervista con Hitchcock) fanno recapitare al regista francese, a Parigi, la prima stesura della sceneggiatura. A Truffaut lo script piace molto, ma l'idea di girare in America lo spaventa un po' (soprattutto per una grande major come la Warner), eppoi conosce poco l'inglese. In più si è innamorato del romanzo di Ray Bradbury,
Fahrenheit 451, che vuole ardentemente trasformare in film. Truffaut, però, mette nel cassetto lo script di
Gangster Story. Vola a New York, incontra i due sceneggiatori, vorrebbe
Jane Fonda nella parte di Bonnie (pensava a lei mentre leggeva il personaggio nella sceneggiatura), ma poi rinuncia. Convinto comunque che la sceneggiatura sia una delle più belle che abbia mai letto, la propone a Jean-Luc Godard. Godard risponde a Truffaut che si è innamorato all'istante di quei due fuorilegge, ma per un problema di stagioni (
gli americani sanno pensare solo alla metereologia e se ne fregano dei film, ebbe a dire in seguito) anche Godard si tira indietro.
* A ritirare fuori la sceneggiatura è
Leslie Caron. L'attrice incontra Truffaut per un ruolo in
Fahrenheit 451 (poi saltato) e questi le parla della sceneggiatura di
Gangster Story. La Caron, grande amica di Warren Beatty, ne parla con l'attore. Beatty incontra i due sceneggiatori e vuole alla regia Arthur Penn, che lo diresse in
Mickey One. Penn legge la sceneggiatura e se ne innamora subito.
* Penn sceglie, per il ruolo di Bonnie,
Faye Dunaway, dopo averla vista recitare in teatro nella messa in scena off Broadway di
Hogan's Goat.
* La Warner non credeva assolutamente nel film, giudicandolo inadatto per il grande pubblico, ma solo per una ristretta cerchia di spettatori.
* La
cruenta scena finale Penn decide di girarla al ralenti per dare una dimensione mitica e perché la violenza della morte risultasse in un certo senso meno violenta e più onirica. Tutto è pronto per girare una delle scene più complesse di tutto il film. Penn è nervosissimo e teso. Al suo ciak tutto sembra perfetto: gli spari, i colpi in arrivo, le quattro macchine da presa per il ralenti, la Dunaway che interpreta perfettamente, mentre Beatty resta come uno stoccafisso a guardare la scena con la "peretta" spruzza sangue in mano, dimenticandosi di recitare osservando Penn dirigere tutta la sequenza. Il regista grida lo stop e tutta la furia di Penn si abbattè sul povero Beatty.
Fonte: Gangster story. Cult movie, Ciak, giugno 1997
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