Turgido melodramma di stampo teatrale, quasi tutto ambientanto in un appartamento angusto e soffocante (come la figura dell'opprimente madre impersonata magistralmente dalla Lawrence), a parte qualche flashback e le rare uscite. Dialoghi taglienti e spesso impietosi, frustrazioni, complessi (lo zoppicare di Laura), umiliazioni (la madre che ossessivamente un pretendente per la figlia) e fioche luci di poesia (la dolcezza di Laura, gli animaletti di vetro della collezione della ragazza). Soffre di qualche momento statico e datato, ma pare che King se ne sia ricordato per "Carrie".
MEMORABILE: L'umiliante momento in cui la madre fa camminare la figlia per la stanza "Non sei zoppa!"; La rottura dell'unicorno di vetro; L'esame di dattilografa.
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Come si vede nella locandina e anche nei titoli di testa del dvd (ricavato da pellicola italiana d'epoca) il film, nel nostro paese, è uscito come "Zoo di vetro" (senza articolo)