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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Ritratto di giovane donna: Vesna (Teresa Zajickova), ceca col pallino dell'Italia che si ritrova nel nostro Paese senza soldi né documenti; pur con una certa riluttanza (le prime volte si rifiuta) decide che, per guadagnare bene e presto, la strada della prostituzione è la più semplice. La imbocca e pare non doverci più uscire finché (ma solo nel secondo tempo, a dimostrazione di quanto non ci sia dubbio su chi stia al centro del film) incontra un muratore che si innamora di lei (Antonio Albanese). La storia funziona ottimamente nella prima parte, dove il regista Mazzacurati, che non è uno sprovveduto, gioca molto bene coi sentimenti di Verna, ne disegna con acutezza il carattere e sa dirigere...Leggi tutto con un gusto raffinato e una ricercatezza formale che per una volta non inficiano il ritmo. Teresa Zajickova è molto brava e si cala perfettamente nella parte. Poi però, dalla comparsa di Albanese in poi (e non per colpa sua, visto che la sua capacità inattesa di interpretare un ruolo “serio” non va messa in discussione) il film rallenta, si fa ripetitivo e scade in una banalità degna dei peggiori prodotti italiani “d’autore”: il rapporto tra i due non ha alcuno spunto interessante e Albanese, costretto da un copione per la sua parte molto mal scritto, non può improvvisare come farebbe con i suoi personaggi televisivi. La prevedibilità di situazioni e comportamenti comincia a farla da padrone e nemmeno il finale può risollevare le sorti di una sceneggiatura non indovinata. Ottimo l’uso (talvolta abuso) delle musiche di Jan Garbarek. Piccolissimo ruolo per Silvio Orlando (sempre bravo) e comparsate solamente per Antonio Catania, Antonio Petrocelli, Marco Messeri e Tony Sperandeo (un camionista). Nel complesso un'occasione mancata, che prometteva molto meglio.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Shannon, Nando, Schramm, Alex75, Lou, Straffuori - Non male, dopotutto:
Galbo, Paulaster, Daniela - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Minitina80
Film che affronta temi d'attualità e scottanti (l'immigrazione, la prostituzione) con molta sensibilità, tipica di gran parte del cinema di Mazzacurati. Di positivo nel film c'è una sceneggiatura non perfetta ma capace di cogliere con efficacia alcuni punti salienti della storia e sopratutto di adottare un punto di vista neutrale, di osservazione dei personaggi senza giudicare le loro scelte. Buone le interpetazioni, specie di Silvio Orlando e Antonio Albanese.
Due persone sole si incontrano: Antonio è un muratore semplice ma sensibile, Vesna una ragazza ceca che si prostituisce sulle strade della riviera romagnola. Mazzacurati racconta con delicatezza una storia che comincia, sembra crescere e poi sfiorisce, inquinata dai dubbi, perché il passato non si può cancellare. Alla fine lei troverà la serenità, forse. O forse no. Bel film, anche se non completamente riuscito (la seconda parte non convince, né convince la presenza di qualche personaggio di troppo). Bravi i protagonisti. Finale molto bello.
Commedia incentrata sul problema della prostituzione e dell'immigrazione di una giovane dell'est europeo. Una narrazione sottile e delicata in cui si analizzano i due protagonisti e in cui non si danno risposte ma si generano dubbi a causa del poetico ma contrastante finale. Simpatico ma ancora impacciato l'esordiente Albanese.
Mazzacurati racconta una storia dal carattere mitteleueopeo nei sentimenti di povera gente. Ben descritto l'ambiente periferico delle esistenze, dove la protagonista ha fresca personalità mentre Albanese a tratti è acerbo. Incolori tutti gli altri comprimari. Uno svolgimento piatto degli eventi e il non strutturare situazioni di svolta porta a un finale di rimando iniziale senza pathos. Fotografia opaca e musiche etniche tipiche del periodo anni 90.
Scansando il sociologismo a buon mercato, la denuncia d’accatto e l’indagine qualunquista sulle extra-comunitarie costrette alla vita da strada, Mazzacurati s’industria ove meglio riesce, nell’acquarello malinconico para-truffautiano coral-minimale col dramma appena accennato e le carezze contropelo. Lo aiutano di buona lena attori tenuti al guinzaglio dalla grazia: la protagonista su tutti, che spicca per intensità e spontaneità interpretativa, e un manipolo di comprimari che sanno essere incisivi anche nella breve durata, con in testa un Albanese sprigionante umanità a sigillar l’affresco.
Una ragazza dell'Europa dell'Est, senza un soldo, in Italia per scelta (perde volutamente la corriera che la doveva riportare in patria), prostituta per necessità... Abbozzo malinconico e crepuscolare, come sono abbozzati i personaggi che Vesna incontra sul suo cammino, a parte quello del muratore, affidato ad Albanese, a cui è riservato un ruolo più delineato. Apprezzabile la mancanza di pistolotti moralistici ed il pudore di certi passaggi, ma il risultato, pur dignitoso, sa di incompiuto, nonostante il bel finale metaforico.
Mazzacurati guarda all’Italia multietnica dal punto di vista di una “nuova arrivata” in modo partecipe, rifuggendo dalle tentazioni del pietismo e del “politicamente corretto”: ne risulta un insieme di scorci esistenziali imperniati sulla fresca e intensa protagonista, che mette un po’ in ombra il coro dei personaggi secondari (dal quale emergono solo Orlando, il cui ruolo è purtroppo poco delineato e Albanese). In ogni caso, un lavoro onesto e piuttosto soddisfacente dal punto di vista narrativo.
MEMORABILE: Vesna chiede al semicalvo Antonio (Albanese) un pettine. Antonio risponde: “Ho smesso”.
La cosa che più colpisce del film di Mazzacurati è l'approccio distaccato e desolante nel descrivere un quadro di umanità ferita e rassegnata. Le tristi vicende della ragazza ceca in Italia, che si riduce a fare la prostituta e che tenta una sofferta relazione con un muratore, sono infatti presentate con malinconica autenticità. Convincenti le prove della Zajickova e di Albanese.
Mai titolo fu più appropriato per descrivere la rapidità con cui una giovane ragazza ceca si ritrova immersa in un certo tipo di vita. Difficile comprendere le reali motivazioni o cause del passo in tale direzione perché Mazzacurati lascia intravedere poco, limitandosi alle disavventure in cui la giovane si imbatte una volta in Italia. Un approfondimento maggiore avrebbe permesso di avere una visione più ampia di un problema serio sul quale, meno male, ci risparmia qualsiasi sermone pietistico sulle ragazze dell’Est che finiscono per strada.
Ragazza ceca (la fantastica Tereza Groszmannová) giunta in Italia in gita decide di fare la vita. Sulla sua strada incontrerà diversi personaggi ma continuerà a inseguire il suo sogno di vita migliore. Semplice ed efficace lavoro del buon Mazzacurati, pacato, senza giudizi di sorta, bravo a descrivere l'Europa che cambia. Storiella leggera e ricca di conosciuti attori italiani in vari camei (Orlando, Sperandeo, Citran, Accorsi, Catania, Marescotti, Messeri, Petrocelli, Nobile). Albanese buon co-protagonista, ma il suo personaggio ha purtroppo una connotazione poco equilibrata.
MEMORABILE: “Fanno davvero male morte, malattia e miseria” (la chiosa di una lettera di Vesna all'amica).
Carlo Mazzacurati HA DIRETTO ANCHE...
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- In una scena, i due protagonisti ballano sulle note della canzone "Ask" degli Smiths: https://www.youtube.com/watch?v=zoo9Vu1a9bUUltima modifica: 14/05/18 17:04 da Alex75
