Solido film di Montaldo (cameo, come Segretario del Sindacato), ambientato a Bologna, nel periodo della famosa congiuntura dei primi Anni Sessanta. Storia di un industrialetto, proveniente dalla campagna, che fa di tutto (e di più) per superare tutti gli ostacoli, onde poter arrivare a quello che pareva un assai improbabile successo, sia lavorativo, sia… maschilista. Diretto con mano ferma e chiara, si avvale di due protagonisti intensi, pressoché perfetti, descrive con chiarezza il periodo in questione, disegna in modo inquietante la smania di arrivare sempre più su.
MEMORABILE: Il padre del protagonista, che va nella stalla per non assistere al litigio tra i fratelli.
I peccati (imprenditoriali e privati) di un piccolo industriale spregiudicato in un film che racconta gli aspetti meno appariscenti del boom economico che pure hanno fatto la fortuna di certa Italia. Non a caso il film è ambientato a Bologna (uno dei fulcri della rampante piccola impresa padana), che sembra essere coprotagonista grazie a uno sguardo che allude a tratti al documentario. Grande sensibilità visivo-narrativa alla Antonioni, che si riverbera in una incalzante colonna sonora jazz. A suo modo, un vero gioiellino.
Uno dei migliori film di Giuliano Montaldo, che infatti cinquant'anni dopo ne ha diretto un remake non dichiarato dal titolo L'industriale. Il boom economico è al termine e l'homo novus italiano, sgomitante e arricchito, inizia a dover affrontare difficoltà inaspettate. Montaldo racconta questa crisi economica e personale con un linguaggio asciutto, teso, serrato, coaudiuvato da una delle interpretazioni piu belle di Renato Salvatori, ex-povero ma bello che nel frattempo ha fatto fortuna (e studiato recitazione).
Nell'Italia del pieno boom edilizio, un imprenditore venuto dal nulla rischia tutto se stesso per rimanere in piedi, mentre la sua vita affettiva pare frantumarsi. Un uomo colpito su due fronti, che ha il volto, spesso turbato, di Renato Salvatori, mai così incisivo comq qui. Colpisce la forza d'animo di chi ha deciso di "mettersi tutto il peso sulle spalle", anche a costo di seppellire cadaveri. Il cinismo dello sviluppo economico a tutti i costi è la nebbia fitta che avvolge Bologna.
Imprenditore della bassa padana dato per fallito saprà tirarsi fuori dal baratro economico e anche dalla crisi matrimoniale. Piccolo inserto giallo in un film che di per sé non sarebbe alcunché, ma il regista non casca nel trabocchetto della prevedibilità e allora gli ultimi 30 minuti di pellicola sanno fare la differenza. Il resto ce lo mette tutto Salvatori poichéil resto del cast è ben poco conosciuto. Efficace il cameo di Montaldo nelle vesti di sindacalista. Buone le location.
MEMORABILE: Salvatori che spedisce la falsa lettera dell' amante alla moglie.
Certo il jazzato che pedina i titoli di testa ricorda che una volta le soundtrack avevano un senso, pelle del film e non abito di scena. Per il resto, nonostante l'impatto dinamico impresso da Montaldo, la pellicola non decolla. Eppure, va detto, il personaggio di Salvatori è scritto bene, sfaccettato balzacchiano dell'imprenditore disposto a non mollare nulla. Nel Boom accanto ai milionari si barcamenava la no man's land di funamboli e protestati. Norma Bengell può apparire dimessa, secondaria, invece dà un imprinting deciso alla moglie disperata.
Renato Salvatori HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Lo script del film è di Lucio Battistrada e Armando Crispino (oltre che di Giuliani G. De Negri, anche produttore del film). Crispino avrebbe dovuto anche dirigere la pellicola ed ebbe una delusione fortissima quando Giuliano Montaldo volle essere lui il regista.
Fonte: il libro "Macchie solari" di Claudio Bartolini