Tropical malady - Film (2004)

Tropical malady

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/10/09 DAL BENEMERITO LUCIUS
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Lucius 14/10/09 01:09 - 3015 commenti

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Il film è il risultato di una regia ambiziosa che vuole narrare la storia di due innamorati (un giovane soldato ed un ragazzo di campagna) che però si traduce in un'opera quasi inguardabile per via di una regia lentissima con lungaggini inenarrabili. L'idea di base era buona (la tranquilla vita del villaggio che viene scossa da una sparizione e al contempo l'entrata in scena di una strana bestia che comincia ad uccidere le mucche), ma poi con la messa in scena della leggenda locale la visione del film, privo di ritmo, diventa insostenibile.

Pigro 16/02/13 10:00 - 9636 commenti

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La prima parte racconta la storia del nascente amore tra un ex soldato e un ragazzo, la seconda riprende una leggenda con un soldato che si addentra nella foresta dove incontra lo spirito dello sciamano nel corpo di una tigre. La lentezza estenuante, soprattutto nella seconda parte (un’ora lentissima, quasi senza parole, fatta tutta di immagini e suoni della giungla tailandese), non aiuta, ma è un peccato, perché la riflessione sull’opposizione città-natura è molto stimolante e il finale panico-mistico decisamente suggestivo.

Daniela 11/03/14 21:48 - 12626 commenti

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Nel primo tempo, un soldato e un giovane campagnolo passano con leggerezza e quasi per gioco dall'amicizia all'amore. Poi il ragazzo scompare e il soldato va alla sua ricerca in una foresta sempre più impenetrabile popolata di strane presenze, mentre quella che sembrava una storia gay raccontata in stile nouvelle vague assume i contorni di un pellegrinaggio allucinato e ipnotico, fra miti ancestrali, mucche fantasma, tigri senzienti, sciamani reincarnati. Metafora visivamente fascinosa ma anche di difficile decifrazione e ardua sostenibilità per eccesso criptico e ritmo dilatato allo spasmo.

Thedude94 2/05/23 23:56 - 1089 commenti

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Senza dubbio un film di non semplice comprensione all'apparenza e che se non si conosce almeno una parte del modo di vivere di alcune zone della Thailandia rischia di risultare quasi assurdo. Ma è proprio il limite della razionalità verso il quale si spinge il regista nella seconda parte la cosa più interessante di questa opera, fatta di pochi attori, lunghe sequenze silenziose e meravigliosi squarci forestali, che in alcuni momenti risultano molto inquietanti. Insomma un film da scoprire, che va visto attentamente per non perdere nulla del racconto e della sensibilità degli attori.

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