Improntato registicamente come Pomodori verdi fritti. Avnet in questo film analizza il drammatico rapporto dei reduci di guerra (quella del Vietnam) nel loro rientro in patria. E lo fa attraverso gli occhi dei figli del reduce (Kostner) impegnati in un altro tipo di guerra, quello della violenza nelle strade. Ottima la colonna sonora.
Il tema dei reduci e del loro difficile inserimento post-bellico è uno tra i più abusati cinematograficamente parlando. In questo film di Jon Avnet si affronta la questione attraverso un doppio piano di lettura, che considera anche i problemi riguardanti i figli del protagonista. Il film è segnato da una buona caratterizzazione ambientale ma paga proprio la scarsa originalità del tema trattato e un "disegno" dei personaggi troppo stereotipato. Buona la prova degli attori.
Sul finire degli anni 60, nella provincia rurale americana divisa dalla guerra del Vietnam e dalla disoccupazione, un gruppo di ragazzini deve fare i conti con lo squallore della povertà e del degrado familiare e sociale. Classico racconto di formazione a cavallo tra Stand by me e "I ragazzi della via Pàl", con un giovanissimo Wood che se la cava meglio di tutti. Qualche incertezza durante la narrazione e durata francamente eccessiva (oltre 2 ore). Girato già fuori tempo, oggi è decisamente anacronistico e fuori contesto.
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