In Etiopia nella metà degli anni ’30, un giovane ufficiale dell’esercito italiano dopo un rapporto sessuale con una giovane indigena, la ferisce per errore. Tratto da un romanzo di Ennio Flaiano, il film di Montaldo non riesce a ricreare il fascino della pagina scritta, risultando inutilmente illustrativo e privo di un’adeguata caratterizzazione psicologica dei personaggi da parte della sceneggiatura. Anche il protagonista Nicolas Cage non convince appieno e migliori appaiono le prove del resto del cast, specie Ricky Tognazzi.
Produzione di basso profilo, scarsamente convincente, non riesce a rappresentare le tematiche del libro da cui è tratto. La dinamica narrativa sembra incepparsi in più punti, trasformandosi in una sequenza di scene che spesso sembrano slegate tra loro. Cage totalmente fuori ruolo non funziona proprio.
La trasposizione dal romanzo di Flaiano da parte di Montaldo è più attenta alla ricostruzione storica (mostrando che in Etiopia non fummo brava gente) e ambientale, in particolare nella resa di quella natura “indifferente” che fa da sfondo alla vicenda, ma l’inquietudine che permea il romanzo si percepisce solo a tratti, anche perché il pur valido Cage forse non era l’attore più adatto al ruolo di protagonista. Giannini dà un apporto limitato, ma di peso, in un ruolo chiave.
MEMORABILE: Giannini: "Esigo una risposta immediata, netta e inequivocabile… cognac francese o grappa friulana?"; L’incontro di Silvestri col medico.
Delusione pressoché totale. Un’ottima occasione per rappresentare uno spicchio di conflitto misconosciuto con regista e attori di rango internazionale, sprecata in dialoghi risibili e lungaggini tediose, che uccidono una storia molto più drammatica di quanto risulti. I personaggi sono poco caratterizzati e le interpretazioni, per leziosità, danno spesso la spiacevole sensazione di sentirsi arrivati a “Ollivùd”. Nessun riferimento alla guerra in corso. Mezzo pallino in più per alcuni automezzi esibiti (non gli autocarri, sanno maledettamente di yankee).
Tratto da un romanzo di Ennio Flaiano, è la storia di un soldato italiano in Etiopia doppiamente assassino senza mai farlo apposta. È una figura interessante, a tratti spregevole, a tratti patetica. Nicolas Cage però non riesce a dargli grande spessore. Per il resto ci sono una bella ricostruzione d'epoca e una grande attenzione a quella natura definita nel film "indifferente". Il lato militare è lasciato quasi del tutto da parte per preferire i tormenti del protagonista. Ogni tanto la resa pare troppo sempliciotta, ma Giuliano Montaldo è ottimo regista e ci mette del suo. Discreto.
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