Film tipicamente francese, ma con una Charlotte Rampling, diversa, più umana e fragile. La sceneggiatura semplice ma allo stesso tempo intrigante fa sì che lo spettatore creda di percepire nelle immagini un certo sviluppo della storia, che però si rivela inesatto. Finale a sorpresa. Distensivo ed interessante soprattutto per apprezzare l'istrionismo di una grande attrice come Charlotte Rampling.
Il film più enigmatico di Francois Ozon, che racconta una storia legata ad un personaggio decisamente complesso bene interpretato dall'affascinante Charlotte Rampling. L'attrice rivela le numerose sfaccettature della protagonista, supportata da una sceneggiatura di buon livello e da una regia personale.
Dramma "femminile" (come in fondo tutti i film del regista cui gli uomini sembrano non importare molto) girato da Ozon che non si mostra tanto interessato al dipanarsi della storia (qual è la sorte del marito scomparso ad inizio film?) quanto piuttosto a cercare di dar vita, riuscendoci perfettamente e con mirabile sobrietà, ad un intenso ed intrigante ritratto di una donna che pian piano, volente o nolente, sarà costretta a fare i conti con una dolorosa realtà. Tutto ciò grazie anche alla grande prova della Rampling. Enigmatica l' ultima scena
Il corpo di Charlotte Rampling è la pietra miliare su cui Ozon edifica una mastodontica cattedrale psicologica le cui aspre, svettanti guglie testimoniano di un vertiginoso distacco psichico dalla realtà, capace di negazionismo e smarrimento emozionale. Con una regia edotta, calibratissima nel costruire un'incessante e dolorosa tensione emotiva, omaggia i mentori di un certo cinema dell'interiorità lacerata (Bergman, Polanski) senza indulgere in formalismi e ostentazioni. Totale e sconvolgente l'adesione della Rampling al personaggio. Finale inintelligibile e arcano.
Una bella giornata estiva, una coppia matura su una spiaggia semi-deserta, lui si allontana per una nuotata e non fa ritorno... E' l'inizio di un racconto rarefatto incentrato su una assenza/presenza che Ozon mostra per ellissi come se fosse un thriller esistenziale: c'è la speranza di una donna innamorata, la follia come rifugio di chi non vuole accettare la realtà oppure cosa altro dietro il volto di Charlotte Rampling, sempre di algida bellezza ma qui più umanamente fragile? Il finale, perfetto nella sua indecifrabilità, non fornisce risposte, accrescendo il fascino del film.
Forse l'unico film in cui alla Rampling non viene affidata la solita parte di donna enigmatico-contorta e si ritrova a ritrarre una persona sconvolta dalla fragilità derivante da una perdita. Il film è tutto qui, da amare o da odiare, perdendosi in un mare muto o in quella sabbia sotto la quale la protagonista si nasconde cercando una impossibile difesa. Un'opera senz'altro importante, con un Cremer bellissimo, da rimpiangere.
Marito scompare in mare e la moglie non si dà pace. Ozon mantiene in equilibrio ciò che può essere una turba psichica dal semplice non accettare la tragica realtà. Un piccolo dubbio viene comunque mantenuto per dare umani segnali di speranza. Ben girate le fantasie di una non rassegnata Rampling, con inserimenti di alcune scene di forte impatto emotivo (nella camera mortuaria e con la suocera). Lieve accostamento al suicidio di Virginia Woolf per dare anche una connotazione intellettuale al tutto.
MEMORABILE: Le mani che slacciano le scarpe prima del desiderio; La finestra della casa che dà sul cimitero; Lo scontro con la suocera; L’orologio diverso.
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Lucius, parli di finale a sorpresa? Ma tu hai
capito con esattezza cosa succede? Vorrei un tuo
parere e magari anche quello di Rebis e degli
altri davinottiani (se ne hanno voglia, ovvio).
mah, la tesi dell'omicidio mi sembra un pò forzata... quali sono gli elementi del film che ti portano a questa lettura? Personalmente ho inteso diversamente il finale
SPOILER
a lei sembra di riconoscere nell'uomo sulla spiaggia suo marito. Quindi corre verso di lui per raggiungerlo, ma questa volta la camera non la segue, lascia che lei si allontani da noi fino a quando ci risulta impossibile distinguere se in effetti lo sta raggiungendo oppure, una volta riconosciuto un estraneo, lo supera e continua la sua corsa verso il nulla...
FINE SPOILER
mi sembra più in linea con lo sprito e le ambigità psicologiche esplorate da Ozon... Che indubbiamente conferisce al racconto anche un tono vagamente Hitchcockiano (ma penso più che altro a Vertigo)...
E' una pellicola che si presta a più interpretazioni.Il crescendo della follia della signora, i suoi stati d'animo, sono descritti dall'intuizione che è lasciata alla libera interpretazione degli spettatori.
La mia, sposa la tesi dell'uxoricidio.
Rebis
Cotola, Daniela, Lythops, Paulaster
Galbo
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