Sulla scia colorata e fantasiosa delle opere di Burton degli anni Duemila, il film ha una sua precisa identità. Può piacere a grandi e piccini, grazie alle bellissime scene fatte con un'ottima CGI e a una sceneggiatura che sa intrattenere adeguatamente con il suo mix di avventura, dramma e ironia. Momoa è qui scatenato e una vera rivelazione, affiancato a una protagonista simpatica ed empatica che da subito conquista lo spettatore. Notevole.
Francis Lawrence dirige un film che si rifà alla trazione del cinema americano per famiglie. Classico film di avventura, sia pure sui generis visto che è ambientato nel mondo dei sogni, è anche un racconto di formazione, visto il "messaggio" intrinseco sui legami familiari. Colpiscono ambientazione ed effetti speciali che ne fanno un caleidoscopio visivo molto efficace e d'impatto, nonché il buon feeling tra i due protagonisti, con Jason Momoa autoironico quanto il ruolo richiede. Pellicola godibile, anche se un po' troppo prolissa.
Intrigante (e mai noiosa) rielaborazione del fumetto sui sogni del piccolo Nemo, pubblicato a partire dal 1905 (Flip era tutt'altro personaggio). Onirico e ironico. Un universo parallelo che permette di realizzare in CGI qualsiasi cosa: da farfalle ballerine a palazzi di cristallo. Buona prova di Momoa in un ruolo che in alcuni istanti sembrerebbe scritto per Depp. Brava la dodicenne Marlow Barkley e bravissimo il maiale. Ottima la CGI. Male la scuola. Non è chiaro per quale motivo Hollywood faccia coincidere "burocrazia" e "moda anni Settanta".
MEMORABILE: La sala da ballo.
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Nemo era il personaggio principale di una serie di strisce a fumetti pubblicate negli Stati Uniti a partire dal 1905 (e note in Italia per la traduzione sul Corriere dei Piccoli, come Nemo o come Bubi). Il personaggio era un bambino di sesso maschile e aveva due genitori in una bella casa in cui convivevano Art Déco e stile Liberty. Le tavole spesso stravolgevano il formato "ordinario" delle strisce, suscitando vertigine o confusione nei lettori come accade nei sogni. In quanto "onirico", il fumetto spesso comprendeva oggetti, persone o animali assurdi e senza logicità.