Come in My Beautiful Laundrette lo sfondo è la Londra multietnica thachteriana, ma il registro è drammatico. E' una città furiosa, incandescente e decadente, tra la plumbea oppressione dell'establishment e la violenza incendiaria degli anarchici e degli squatters. E la casa-comune dei borghesi illuminati Sammy e Rosie è una cittadella assediata, che si popola dei fantasmi che perseguitano Rafi, il padre di Sammy, corrotto uomo politico. Proprio il suo punto di vista straniante sarà risolutivo per la coppia, ma Londra continua a bruciare...
Sorta di commedia drammatica ambientata in una metropoli multietnica incattivita dalle tensioni sociali. Da regista talentuoso qual'è, Stephen Frears è dotato di un'innata capacità di rappresentare la realtà, ma il suo sguardo è avvelenato e pessimista. Una tenue speranza finale o forse no...Ottima la prova degli attori. Da vedere masochisticamente.
L'oriundo indiano Sammy convive con l'inglese Rosie in un rapporto sentimentalmente travagliato che l'arrivo del padre complica ulteriormente... Ancora un affresco della Londra thatcheriana come il precedente film del regista ed ancora un riuscito incrocio fra commedia e dramma, focalizzato in particolare sulle conseguenze del mix interrazziale, sia positive in termini di ricchezza umana prima ancora che culturale, sia negative in quanto gravide di tensioni in un ambiente già marginalizzato dalle politiche trionfanti che spingono verso l'omologazione e l'accettazione supina dello status quo.
Padre iraniano farà visita al figlio a Londra. Clima pesante tra rivolte di strada, promesse di repulisti politico e polizia dal grilletto facile. Per stemperare le tensioni sociali si parla di sessualità libera e di tolleranza nei sobborghi. Frears descrive bene la vita precaria ma banalizza il tutto con le storielle pruriginose della sfaccendata gioventù; anche quando la mette sugli ideali politici diviene amaro senza colpire nel segno.
MEMORABILE: La lettura delle torture che infliggeva il padre; La canzone “My girl”; La polizia che sgombera i baraccati.
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DiscussioneDaniela • 26/01/18 19:54 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Soggetto dal romanzo omonimo dello scrittore inglese di padre pakistano Hanif Kureishi, autore anche della sceneggiatura.
Nel cast Roland Gift, allora componente del gruppo musicale Fine Young Cannibals - i più anziani ricorderanno "Suspicious Minds" e "Drives Me Crazy", i loro più grandi successi.
Il nome del complesso è derivato da un film del 1960 diretto da Michael Anderson: All the Fine Young Cannibals, in italiano I giovani cannibali.
Daniela ebbe a dire: Soggetto dal romanzo omonimo dello scrittore inglese di padre pakistano Hanif Kureishi, autore anche della sceneggiatura.
Nel cast Roland Gift, allora componente del gruppo musicale Fine Young Cannibals - i più anziani ricorderanno "Suspicious Minds" e "Drives Me Crazy", i loro più grandi successi.
Il nome del complesso è derivato da un film del 1960 diretto da Michael Anderson: All the Fine Young Cannibals, in italiano I giovani cannibali.
grandissimo gruppo, quanti ricordi !!!
DiscussioneDaniela • 26/01/18 21:27 Gran Burattinaio - 5944 interventi
caro Galbo, a chi lo dici... la re-visione del film dopo tanti anni me li ha fatti tornare in mente e mi sono sparata in loop Drives Me Crazy a tutto volume (con cuffie) fino al rimbambimente acustico.
You drive me crazy (dum dum)
I just can't sleep (boum boum)
I'm so excited, I'm in too deep (uoh, uoh)